Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/246

Da Wikisource.
240 appendice prima

empie d’orror, e grida ad alta voce:
— Perché m’avete abbandonata, o dèi?
100perché da l’alto atroce
mio mal, da l’alte mie ruine e crolli
fuggite? Ah! dove sei
ascoso, o almo Sole,
che veder mi solei
105regina de le genti, e al mondo donna
di quanto vedi, ove piú in ciel t’estolli?
Ahi! dove ascoso sei, o almo Sole,
da queste piagge sole?


     Chi regge, Apollo mio, guarda chi regge
110le pecorelle tue: un pastor losco,
che perse giá nel bel paese tósco
il suo negletto e mal guidato gregge!
Guarda ch’è persa la tua antica legge,
antico Palestin; vedrai te avanti
115tronche le piante, ove posar solea
la bella vigna nostra in pace e in guerra;
vedrai la sposa tua che ’n su l’aurora
giace deserta in terra,
venduto il manto che d’intorno avea,
120e scalza ad ora ad ora
si muore. Ahi! perso Sole,
tu perderai ancora
e la nave e le reti e pesci quanti
hai preso mai nel mar di Galilea.
125Ahi! dove sei ascoso, perduto Sole,
da queste piagge sole?


     Con l’arme sole di pastor d’Esperia,
se non ti fea ’l tuo sangue il veder scemo,
possuto avresti, ingrato Polifemo,
130cavarla fuor di questa vil miseria.
O d’ogni nostro mal forma e materia,
quanto da quei che ti lasciâr le chiavi
da sì alta quercia tralignar ti mostri!
Tu ’l vedi, alma Gonzaga, in Montefeltro.
135Dimanda or dove è il pan di che nudristi