Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/296

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290 appendice seconda

o intelligenze sole,
vi ferma il corso o vi rivolge indietro?
Tu, che pur sei per sì lungo diretro
10e de la terra e di quest’aer fosco,
quel che ’l tutto produci e ’l tutto allumi,
d’ogni vita mortale eterno padre,
qual conceputo hai nosco
sì fiero sdegno, che gli usati lumi
15nascondi a quest’afflitta orbata madre?
Sotto qual sei ponente oggi sommerso,
ch’ai bel montar del ciel il giorno hai perso?

     Smarrita, indica, mia tremante aurora,
il tuo Sol, che sì bel pur dianzi hai visto
20partir da te, or scolorito e tristo
morir tel vedi innanzi ad ora ad ora.
Sarebbe mai tra’ nostri fiumi ancora
caduto giú da le stelle Fetonte,
che l’onorata fronte
25il sol a tutto ’l mondo oggi nasconde?
Giá si ritornan fra l’amate fronde
gli augei, ond’in su l’alba eran partiti.
Stupido ogni nocchier ferma la nave;
fermansi in mezzo i suoi campi i bifolchi,
30e ’n tutto sbigottiti,
col viso al ciel, ognun s’arresta e pave,
vedendo quasi al cominciar de’ solchi
mancarsi il giorno, e trema in strano orrore,
se questa è notte, oppur se ’l mondo muore.
     35Tu che ’l bel volto, allor che l’aria imbruna,
i tuoi pallidi raggi in questi chiostri,
invece del fratel dal ciel ne mostri,
regina de le stelle, alma mia luna,
fra qual vai selva errando, oggi in quest’una
40del perso Apollo tuo sorte si avversa;
od in quai monti spersa
fra armenti Endimion cerchi e fra i greggi?
O con qual corso de l’eterne leggi
tra ’l nostro globo e ’l sol l’aurate corna
45spandi, e fai d’esse agli occhi nostri un velo?