Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/159

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ottavo 153


24
     Né tal rispetto ancor gli parria degno
di farlo rimaner, se non avesse
il figlio, che di forza, e piú d’ingegno,
dignissimo era a ch’il governo desse,
ben che non si trovasse allor nel regno;
ma che sperava che venir dovesse
mentre ch’insieme aduneria lo stuolo;
e ch’adunato il troveria il figliuolo.

25
     Cosí mandò per tutta la sua terra
suoi tesorieri a far cavalli e gente;
navi apparecchia e munizion da guerra,
vettovaglia e danar maturamente.
Venne intanto Rinaldo in Inghilterra,
e ’l re nel suo partir cortesemente
insino a Beroicche accompagnollo;
e visto pianger fu quando lasciollo.

26
     Spirando il vento prospero alla poppa,
monta Rinaldo, et a Dio dice a tutti:
la fune indi al vïaggio il nocchier sgroppa;
tanto che giunge ove nei salsi flutti
il bel Tamigi amareggiando intoppa.
Col gran flusso del mar quindi condutti
i naviganti per camin sicuro
a vela e remi insino a Londra furo.

27
     Rinaldo avea da Carlo e dal re Otone,
che con Carlo in Parigi era assediato,
al principe di Vallia commissione
per contrasegni e lettere portato,
che ciò che potea far la regïone
di fanti e di cavalli in ogni lato,
tutto debba a Calesio traghitarlo,
sí che aiutar si possa Francia e Carlo.