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quartodecimo 293


16
     In questa è di Marsilio il gran bastardo,
Follicon d’Almeria, con Doriconte,
Bavarte e Largalifa et Analardo,
et Archidante il sagontino conte,
e Lamirante e Langhiran gagliardo,
e Malagur ch’avea l’astuzie pronte,
et altri et altri, di quai penso, dove
tempo sará, di far veder le pruove.

17
     Poi che passò l’esercito di Spagna
con bella mostra inanzi al re Agramante,
con la sua squadra apparve alla campagna
il re d’Oran, che quasi era gigante.
L’altra che vien, per Martasin si lagna,
il qual morto le fu da Bradamante;
e si duol ch’una femina si vanti
d’aver ucciso il re de’ Garamanti.

18
     Segue la terza schiera di Marmonda,
ch’Argosto morto abbandonò in Guascogna:
a questa un capo, come alla seconda
e come anco alla quarta, dar bisogna.
Quantunque il re Agramante non abonda
di capitani, pur ne finge e sogna:
dunque Buraldo, Ormida, Arganio elesse,
e dove uopo ne fu, guida li messe.

19
     Diede ad Arganio quei di Libicana,
che piangean morto il negro Dudrinasso.
Guida Brunello i suoi di Tingitana,
con viso nubiloso e ciglio basso;
che, poi che ne la selva non lontana
dal castel ch’ebbe Atlante in cima al sasso,
gli fu tolto l’annel da Bradamante,
caduto era in disgrazia al re Agramante: