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300 canto


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     Grande è l’ardir del Tartaro, che vada
con disvantaggio tal contra coloro,
gridando: — Chi mi vuol vietar la strada? —
E con la lancia si cacciò tra loro.
Chi l’asta abbassa, e chi tra’ fuor la spada;
e d’ogn’intorno subito gli fôro.
Egli ne fece morire una frotta,
prima che quella lancia fosse rotta.

45
     Rotta che se la vede, il gran troncone,
che resta intero, ad ambe mani afferra;
e fa morir con quel tante persone,
che non fu vista mai piú crudel guerra.
Come tra’ Filistei l’ebreo Sansone
con la mascella che levò di terra,
scudi spezza, elmi schiaccia, e un colpo spesso
spenge i cavalli ai cavallieri appresso.

46
     Correno a morte que’ miseri a gara,
né perché cada l’un, l’altro andar cessa;
che la maniera del morire, amara
lor par piú assai che non è morte istessa.
Patir non ponno che la vita cara
tolta lor sia da un pezzo d’asta fessa,
e sieno sotto alle picchiate strane
a morir giunti, come biscie o rane.

47
     Ma poi ch’a spese lor si furo accorti
che male in ogni guisa era morire,
sendo giá presso alli duo terzi morti,
tutto l’avanzo cominciò a fuggire.
Come del proprio aver via se gli porti,
il Saracin crudel non può patire
ch’alcun di quella turba sbigottita
da lui partir si debba con la vita.