Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/31

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secondo 25


12
     Volta il cavallo, e ne la selva folta
lo caccia per un aspro e stretto calle:
e spesso il viso smorto a dietro volta;
che le par che Rinaldo abbia alle spalle.
Fuggendo non avea fatto via molta,
che scontrò un eremita in una valle,
ch’avea lunga la barba a mezzo il petto,
devoto e venerabile d’aspetto.

13
     Dagli anni e dal digiuno attenuato,
sopra un lento asinel se ne veniva;
e parea, piú ch’alcun fosse mai stato,
di conscïenza scrupulosa e schiva.
Come egli vide il viso delicato
de la donzella che sopra gli arriva,
debil quantunque e mal gagliarda fosse,
tutta per caritá se gli commosse.

14
     La donna al fraticel chiede la via
che la conduca ad un porto di mare,
perché levar di Francia si vorria
per non udir Rinaldo nominare.
Il frate, che sapea negromanzia,
non cessa la donzella confortare
che presto la trarrá d’ogni periglio;
et ad una sua tasca diè di piglio.

15
     Trassene un libro, e mostrò grande effetto:
che legger non finí la prima faccia,
ch’uscir fa un spirto in forma di valletto,
e gli commanda quanto vuol ch’el faccia.
Quel se ne va, da la scrittura astretto,
dove i dui cavallieri a faccia a faccia
eran nel bosco, e non stavano al rezzo;
fra’ quali entrò con grande audacia in mezzo.