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terzo 51


36
     e non avendo gioia o miglior pegni,
per sicurtá daralle il frate in mano.
Spiegherá i suoi vittorïosi segni,
e romperá l’esercito germano;
in seggio riporrá la Chiesa, e degni
dará supplicii ai conti di Celano;
et al servizio del sommo Pastore
finirá gli anni suoi nel piú bel fiore.

37
     Et Azzo, il suo fratel, lascierá erede
del dominio d’Ancona e di Pisauro,
d’ogni cittá che da Troento siede
tra il mare e l’Apenin fin all’Isauro,
e di grandezza d’animo e di fede,
e di virtú, miglior che gemme et auro:
che dona e tolle ogn’altro ben Fortuna;
sol in virtú non ha possanza alcuna.

38
     Vedi Rinaldo, in cui non minor raggio
splenderá di valor, pur che non sia
a tanta essaltazion del bel lignaggio
Morte o Fortuna invidïosa e ria.
Udirne il duol fin qui da Napoli aggio,
dove del padre allor statico fia.
Or Obizzo ne vien, che giovinetto
dopo l’avo sará principe eletto.

39
     Al bel dominio accrescerá costui
Reggio giocondo e Modona feroce.
Tal sará il suo valor, che signor lui
domanderanno i populi a una voce.
Vedi Azzo sesto, un de’ figliuoli sui,
confalonier de la cristiana croce:
avrá il ducato d’Andria con la figlia
del secondo re Carlo di Siciglia.