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ventesimo 127


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     Appresso a duamila anni il costume empio
si è mantenuto, e si mantiene ancora;
e sono pochi giorni che nel tempio
uno infelice peregrin non mora.
Se contra dieci alcun chiede, ad esempio
d’Elbanio, armarsi (che ve n’è talora),
spesso la vita al primo assalto lassa;
né di mille uno all’altra prova passa.

61
     Pur ci passano alcuni, ma sí rari,
che su le dita annoverar si ponno.
Uno di questi fu Argilon: ma guari
con la decina sua non fu qui donno;
che cacciandomi qui venti contrari,
gli occhi gli chiusi in sempiterno sonno.
Cosí fossi io con lui morto quel giorno,
prima che viver servo in tanto scorno.

62
     Che piaceri amorosi e riso e gioco,
che suole amar ciascun de la mia etade,
le purpure e le gemme e l’aver loco
inanzi agli altri ne la sua cittade,
potuto hanno, per Dio, mai giovar poco
all’uom che privo sia di libertade:
e ’l non poter mai piú di qui levarmi,
servitú grave e intolerabil parmi.

63
     Il vedermi lograr dei miglior anni
il piú bel fiore in sí vile opra e molle,
tienimi il cor sempre in stimulo e in affanni,
et ogni gusto di piacer mi tolle.
La fama del mio sangue spiega i vanni
per tutto ’l mondo, e fin al ciel s’estolle;
che forse buona parte anch’io n’avrei,
s’esser potessi coi fratelli miei.