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Venne a incontrare un cavallier guascone
che dal campo african venía diritto,
ove era stato da quel dí prigione,
che fu inanzi a Parigi il gran conflitto.
Da lei fu molto posto per ragione,
fin che si venne al termine prescritto.
Domandò di Ruggiero, e in lui fermosse;
né fuor di questo segno piú si mosse.
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Il cavallier buon conto ne rendette,
che ben conoscea tutta quella corte:
e narrò di Ruggier, che contrastette
da solo a solo a Mandricardo forte;
e come egli l’uccise, e poi ne stette
ferito piú d’un mese presso a morte:
e s’era la sua istoria qui conclusa,
fatto avria di Ruggier la vera escusa.
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Ma come poi soggiunse, una donzella
esser nel campo, nomata Marfisa,
che men non era che gagliarda, bella,
né meno esperta d’arme in ogni guisa;
che lei Ruggiero amava e Ruggiero ella,
ch’egli da lei, ch’ella da lui divisa
si vedea raro, e ch’ivi ognuno crede
che s’abbiano tra lor data la fede;
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e che come Ruggier si faccia sano,
il matrimonio publicar si deve;
e ch’ogni re, ogni principe pagano
gran piacere e letizia ne riceve,
che de l’uno e de l’altro sopraumano
conoscendo il valor, sperano in breve
far una razza d’uomini da guerra
la piú gagliarda che mai fosse in terra;