Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/223

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quarantesimoprimo 217


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     Scende alla spalla; e perché la ritrovi
di doppia lama e di maglia coperta,
non vuol però che molto ella le giovi,
che di gran piaga non la lasci aperta.
Mena Sobrin; ma indarno è che si provi
ferire Orlando, a cui per grazia certa
diede il Motor del cielo e de le stelle,
che mai forar non se gli può la pelle.

77
     Radoppia il colpo il valoroso conte,
e pensa da le spalle il capo torgli.
Sobrin che sa il valor di Chiaramonte,
e che poco gli val lo scudo opporgli,
s’arretra, ma non tanto, che la fronte
non venisse anco Balisarda a corgli.
Di piatto fu, ma il colpo tanto fello,
ch’amaccò l’elmo, e gl’intronò il cervello.

78
     Cadde Sobrin del fiero colpo in terra,
onde a gran pezzo poi non è risorto.
Crede finita aver con lui la guerra
il paladino, e che si giaccia morto;
e verso il re Gradasso si disserra,
che Brandimarte non meni a mal porto:
che ’l pagan d’arme e di spada l’avanza
e di destriero, e forse di possanza.

79
     L’ardito Brandimarte in su Frontino,
quel buon destrier che di Ruggier fu dianzi,
si porta cosí ben col Saracino,
che non par giá che quel troppo l’avanzi:
e s’egli avesse osbergo cosí fino
come il pagan, gli staria meglio inanzi;
ma gli convien (che mal si sente armato)
spesso dar luogo or d’uno or d’altro lato.