Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/26

Da Wikisource.
20 canto


76
     e che n’andranno a piè pur tuttavia,
o sia la strada piana, o scenda e saglia;
né, poi che l’anno anco finito sia,
saran per cavalcare o vestir maglia,
s’altr’arme, altro destrier da lor non fia
guadagnato per forza di battaglia.
Cosí senz’arme, per punir lor fallo,
essi a piè se n’andâr, gli altri a cavallo.

77
     Bradamante la sera ad un castello
ch’alla via di Parigi si ritrova,
di Carlo e di Rinaldo suo fratello,
ch’avean rotto Agramante, udí la nuova.
Quivi ebbe buona mensa e buono ostello:
ma questo et ogn’altro agio poco giova;
che poco mangia e poco dorme, e poco,
non che posar, ma ritrovar può loco.

78
     Non però di costei voglio dir tanto,
ch’io non ritorni a quei duo cavallieri
che d’accordo legato aveano a canto
la solitaria fonte i duo destrieri.
La pugna lor, di che vo’ dirvi alquanto,
non è per acquistar terre né imperi,
ma perché Durindana il piú gagliardo
abbia ad avere, e a cavalcar Baiardo.

79
     Senza che tromba o segno altro accennasse
quando a muover s’avean, senza maestro
che lo schermo e ’l ferir lor ricordasse,
e lor pungesse il cor d’animoso estro,
l’uno e l’altro d’accordo il ferro trasse,
e si venne a trovare agile e destro.
I spessi e gravi colpi a farsi udire
incominciaro, et a scaldarsi l’ire.