Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/27

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trentesimoterzo 21


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     Due spade altre non so per prova elette
ad esser ferme e solide e ben dure,
ch’a tre colpi di quei si fosser rette,
ch’erano fuor di tutte le misure:
ma quelle fur di tempre sí perfette,
per tante esperïenzie sí sicure,
che ben poteano insieme riscontrarsi
con mille colpi e piú, senza spezzarsi.

81
     Or qua Rinaldo or lá mutando il passo,
con gran destrezza e molta industria et arte
fuggia di Durindana il gran fracasso,
che sa ben come spezza il ferro e parte.
Fería maggior percosse il re Gradasso;
ma quasi tutte al vento erano sparte:
se coglieva talor, coglieva in loco
ove potea gravare e nuocer poco.

82
     L’altro con piú ragion sua spada inchina,
e fa spesso al pagan stordir le braccia;
e quando ai fianchi e quando ove confina
la corazza con l’elmo, gli la caccia:
ma trova l’armatura adamantina,
sí ch’una maglia non ne rompe o straccia.
Se dura e forte la ritrova tanto,
avvien perch’ella è fatta per incanto.

83
     Senza prender riposo erano stati
gran pezzo tanto alla battaglia fisi,
che volti gli occhi in nessun mai de’ lati
aveano, fuor che nei turbati visi;
quando da un’altra zuffa distornati,
e da tanto furor furon divisi.
Ambi voltaro a un gran strepito il ciglio,
e videro Baiardo in gran periglio.