Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/286

Da Wikisource.
280 canto


116
     Adonio lungamente frutto colse
de la sua bella donna, a cui la fata
grande amor pose, e tanto le ne volse,
che sempre star con lei si fu ubligata.
Per tutti i segni il sol prima si volse,
ch’al giudice licenzia fosse data:
al fin tornò, ma pien di gran sospetto
per quel che giá l’astrologo avea detto.

117
     Fa, giunto ne la patria, il primo volo
a casa de l’astrologo, e gli chiede,
se la sua donna fatto inganno e dolo,
o pur servato gli abbia amore e fede.
Il sito figurò colui del polo,
et a tutti i pianeti il luogo diede:
poi rispose che quel ch’avea temuto,
come predetto fu, gli era avvenuto;

118
     che da doni grandissimi corrotta,
data ad altri s’avea la donna in preda.
Questa al dottor nel cor fu sí gran botta,
che lancia e spiedo io vo’ che ben le ceda.
Per esserne piú certo, ne va allotta
(ben che pur troppo allo indivino creda)
ov’è la balia, e la tira da parte,
e per saperne il certo usa grande arte.

119
     Con larghi giri circondando prova
or qua or lá di ritrovar la traccia;
e da principio nulla ne ritrova,
con ogni diligenzia che ne faccia;
ch’ella, che non avea tal cosa nuova,
stava negando con immobil faccia;
e come bene instrutta, piú d’un mese
tra il dubbio e ’l certo il suo patron sospese.