Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/304

Da Wikisource.
298 canto


188
     e che non denno dubitare, andando
a ritrovar quel uomo a Dio sí caro,
che lor non renda Olivier sano, quando
fatto ha di sua virtú segno piú chiaro.
Questo consiglio sí piacque ad Orlando,
che verso il santo loco si drizzaro;
né mai piegando dal camin la prora,
vider lo scoglio al sorger de l’aurora.

189
     Scorgendo il legno uomini in acqua dotti,
sicuramente s’accostaro a quello.
Quivi aiutando servi e galeotti,
declinano il marchese nel battello:
e per le spumose onde fur condotti
nel duro scoglio, et indi al santo ostello;
al santo ostello, a quel vecchio medesmo,
per le cui mani ebbe Ruggier battesmo.

190
     Il servo del Signor del paradiso
raccolse Orlando et i compagni suoi,
e benedilli con giocondo viso,
e de’ lor casi dimandolli poi;
ben che de lor venuta avuto avviso
avesse prima dai celesti eroi.
Orlando gli rispose esser venuto
per ritrovare al suo Oliviero aiuto;

191
     ch’era, pugnando per la fé di Cristo,
a periglioso termine ridutto.
Levògli il santo ogni sospetto tristo,
e gli promisse di sanarlo in tutto.
Né d’unguento trovandosi previsto,
né d’altra umana medicina instrutto,
andò alla chiesa, et orò al Salvatore;
et indi uscí con gran baldanza fuore: