Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/384

Da Wikisource.
378 canto


80
     Eran degli anni appresso che duo milia
che fu quel ricco padiglion trapunto.
Una donzella de la terra d’Ilia,
ch’avea il furor profetico congiunto,
con studio di gran tempo e con vigilia
lo fece di sua man di tutto punto.
Cassandra fu nomata, et al fratello
inclito Ettòr fece un bel don di quello.

81
     Il piú cortese cavallier che mai
dovea del ceppo uscir del suo germano
(ben che sapea, da la radice assai
che quel per molti rami era lontano)
ritratto avea nei bei ricami gai
d’oro e di varia seta, di sua mano.
L’ebbe, mentre che visse, Ettorre in pregio
per chi lo fece, e pel lavoro egregio.

82
     Ma poi ch’a tradimento ebbe la morte,
e fu ’l popul troian da’ Greci afflitto;
che Sinon falso aperse lor le porte,
e peggio seguitò, che non è scritto;
Menelao ebbe il padiglione in sorte,
col quale a capitar venne in Egitto,
ove al re Proteo lo lasciò, se volse
la moglie aver, che quel tiran gli tolse.

83
     Elena nominata era colei
per cui lo padiglione a Proteo diede;
che poi successe in man de’ Tolomei,
tanto che Cleopatra ne fu erede.
Da le genti d’Agrippa tolto a lei
nel mar Leucadio fu con altre prede:
in man d’Augusto e di Tiberio venne,
e in Roma sin a Costantin si tenne;