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Pagina:Ariosto-Op.minori.1-(1857).djvu/77

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48 i cinque canti.

Ma prima che seguir questo più innanti,
Ritornar voglio agli altri Gigli d’oro,
Che Carlo ai capitani raccomanda,
Che alle sue giuste imprese altrove manda.

89 Con diece mila fanti e settecento
Lance e due mila arcieri andò Rinaldo
Verso Guascogna, per far mal contento
Di sua perfidia l’Aquitan ribaldo.
Bradamante e Ruggier, che ’l reggimento
Avean del lito esposto al fiato caldo,
Ebbon di fanti non so quante milia,
E legni armati a guardia di Marsilia.

90 Come chi guardi il mar, così si pone
Chi a cavallo, chi a piè, che guardi il lito.
Olivier guardò Fiandra, Salomone
Bretagna, Piccardia Sansone ardito:
Dico per terra; ch’altra provvisione,
Altro esercito al mar fu statuito.
Con grossa armata cura ebbe Riccardo
Dalla foce del Reno al mar Piccardo.

91 E dal Piccardo in capo di Bretagna
Avendo uomini e legni in abbondanza,
Uscì Carlo col resto alla campagna,
E venne al Reno, e lo passò a Costanza;
Ed arrivò sì presto nella Magna,
Che la fama al venir poco l’avanza;
Passò il Danubio, e si trovò in Baviera,
Che mosso Tassillone anco non s’era.

92 Tassillon, de’ Boemi e de’ Sassoni
Esercito aspettando e d’Ungheria,
Alle squadre di Francia e legïoni
Tempo di prevenirli dato avia.
Carlo fermò ad Augusta i gonfaloni,
E mandò all’inimico ambasceria,
A saper se volesse esperïenza
Far di sua forza o pur di sua clemenza.

93 Tassillo impaurito della presta
Giunta di Carlo, che improvviso il colse,
Con tutto il stato se gli diè in podesta,
E Carlo umanamente lo raccolse;
Ma che rendesse alla prima richiesta
Il tolto a Namo ed a’ consorti, volse;