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162 la cassaria.

Di questo aver non puoi, per farti Erofilo
Amico.
Trappola.            (Non ti affligger, bella giovane,
Chè tu non vai con nemici.)
Corbo.                                                    Lasciamola
Scostar un po’ dalla casa di Lucramo:
Poi siamo a’ fatti.
Nebbia.                               E se grida, e ci accorrano
Delle persone?
Corbo.                         Non potranno giugnere
A tempo; e trovi pochi che si vogliano
Muover la notte, quando rumor sentano
Di fuori.
Trappola.              (Non guastar con queste lagrime
Così polite guance.)
Nebbia.                                      Dove, tolta che
La sia, l’abbiam noi a condur? chè metterla
In casa non si può senza pericolo
Del patrone e di noi. Potría alcun facile-
mente vederla entrar, e farci mettere
Le mani addosso, e saría troppo indizio.1
Trappola.(Ti par sì duro il partirti da Sibari?)
Rosso.Dove si menerà dunque?
Corbo.                                           Che diavolo
So io?
Nebbia.            Fia dunque da non travagliarsene.
Corbo.Voi non farete ch’io voglia pentirmene,
E che per questo a venir m’abbia il cancaro.
Trappola.(Non pianger, non versar per questo lagrime,
Chè non andrai lontana molto.)
Corbo.                                                        Menisi
A casa di Galante, che di Erofilo
Non è più amico uomo di lui, ed abita,
Come sapete, in luogo solitario,
Lungo le mura.
Riccio.                          Dice bene; è comodo
Il luogo, e più la persona.
Corbo.                                             Moviamoci,
Voi lo terrete a bada, e soneretelo


  1. Abbiamo qui seguitata la stampa del Bortoli. In quella del Giolito si legge: Le mani addosso saria troppo inditio. I più moderni posero dopo addosso il punto virgolato, sopprimendo la congiunzione.