Pagina:Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu/236

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226 i suppositi.

E siatene pur certo, me ne pregano
Mattina e sera quanti gentiluomini
M’incontrano per via.
Cleandro.                                   Ne son certissimo;
Ma so ben, che in nessun luogo puoi essere
Più volentier veduto, che a la tavola
Mia.
Pasifilo.        Addio, messere.
Cleandro.                                  Addio.
Pasifilo.                                             Guarda avarizia
D’uomo! ritrova scusa di vigilia
E che vuol digiunar, perch’io non desini
Seco, come a mangiar con la sua propria
Bocca avess’io! Sì, per dio, ch’egli è solito
D’apparecchiar conviti molto splendidi,
Dove io gli debbia aver ben un grand’obbligo,
Se mi vi chiama! Egli, oltre che parcissima-
mente apparecchia, sempre differenzia
È tra il suo cibo e ’l mio. Non gusto gocciola
Mai del vin ch’egli bee; mi fa un pan mettere
Innanzi, duro e negro, pien di semola:
Senz’altri avvantaggiuzzi che a un medesimo
Desco ha sempre da me. Gli par, tenendomi
Talvolta a mangiar seco, che assai premii
Le fatiche, i travagli, che continua-
mente ho per lui; e forse alcun dee credere
Che in altra maggior cosa mi remuneri.
Io posso dir con vero, che da dodici
Anni in qua c’ho tenuto la sua pratica,
Non mi donò mai tanto che non vagliano
Le stringhe più c’ho alle calze, ch’avercene
Due credo. Pensa ch’io mi debba pascere
Del suo favor; chè talora, e rarissimo,
E con fatica allega per me un parafo.1
E s’io non procacciassi altronde il vivere,
Come ben la farei! Ma come il bivaro


  1. È abbreviazione, senza dubbio, di paragrafo, ma non saprei qual più, tra per licenza poetica, o per imitazione della ignoranza supposta nel parasito; di che sono prove anche in quei luoghi di questa scena medesima, ove Matusalemme è scambiato con Melchisedech, e una chiosa legale è creduta un verso di Virgilio. Comunque sia, mi pare che questo esempio dovrebbe levarsi dal Vocabolario.