Pagina:Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu/286

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276 i suppositi.

Ch’io son ghiotto; ribaldo no, nè perfido.
Ma non so già perchè mi dite ingiuria,
S’io vi son servitore ed amico ottimo.
Cleandro.Che servitor? che amico?
Pasifilo.                                          Per dio, ditemi
In che v’ho offeso?
Cleandro.                                 Va alle forche; lievati
Di qui.
Pasifilo.            Sempre vi ho auto in riverenzia.
Cleandro.Traditor, io te ne pagarò, renditi
Certo.
Pasifilo.          E che tradimento può imputarmisi?
Cleandro.Te lo farò ben con tuo danno intendere,
Ladro, imbriaco, furfante e brutto asino.
Pasifilo.Non son però vostro schiavo, ch’io tolleri
Che tuttavía mi diciate ignominia.
Cleandro.Porco, ancor hai d’aprir la bocca audacia?
Io ti farò, se Dio mi lascia vivere...
Pasifilo.Quando ho sofferto e sofferto, che diavolo
Mi farete? non ho roba, nè litigo,
Ch’io tema che me la facciate perdere.
Cleandro.Gaglioffo, manigoldo.
Pasifilo.                                    Io mi credo essere
Tant’uom da ben, quanto voi siate.
Cleandro.                                                            Boja, tu
Ne menti per la gola.
Filogono.                                     Ah no; la collera
Non vi trasporti.
Pasifilo.                              Ve’ chi mi vuol battere!
Cleandro.Io ti giungerò a tempo: lascia,...1 e speroti
Far impiccare.
Pasifilo.                         Orsù, non vô contendere
Con esso lui.
Filogono.                      Voi siate2 entrato in collera.
Cleandro.Questo tristo... Ma torniamo al proposito
Nostro: non cessarò, che come merita
Lo tratterò. Seguite pur, narrandomi
Il caso vostro.
Filogono.                        Quietate un po’ l’animo,


  1. Poniamo il segno di reticenza, per far luogo all’interpretazione proposta dal più recente fra i commentatori, cioè: lascia fare, o lascia fare a me.
  2. Siate per Siete, come sì spesso negli autori fiorentini.