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atto quinto. — sc. v, vi. 275

Ma non è questo che viene in qua, dominus
Cleandrus? bene veniat. Noi porremoli
Il cimier delle corna omnino in capite.
Polinesta per moglie avrà; chè Erostrato,
Per quel che detto gli ho delle buone opere
Di lei, non ha d’averla desiderio.


SCENA VI.

CLEANDRO, FILOGONO, PASIFILO, LIZIO.


Cleandro.Come potrete voi provar che Erostrato
Non sia costui, essendoci contraria
La presunzion, come vedete, pubblica?
E come proverete che Filogono
Siate voi, se quest’altro dice d’essere
Il medesimo, e adduce in testimonio
Quest’altro, ch’ognun crede che sia Erostrato?
Filogono.Io voglio qui constitüirmi in carcere,
E che si mandi súbito a Catanea,
E vi si mandi1 a le mie spese, e facciasi
Dua uomini venire o tre di credito,
Che Dulippo, Filogono ed Erostrato
Cognoschino; e quei dichin se Filogono
Sono io o colui, e così ancor se Erostrato
O pur Dulippo è questo servo perfido.
Pasifilo.(Io lo vô salutar.)
Cleandro.                               Serà lunghissima
Via, e di gran spesa.
Filogono.                                 E sia.
Cleandro.                                             Ma necessaria;
Ch’io non ci so veder altro a proposito.
Pasifilo.Dio vi conservi, padron mio dolcissimo.
Cleandro.A te dia quel che meriti.
Pasifilo.                                          La grazia
Vostra daràmmi, e godere in perpetuo.
Cleandro.Ti darà un laccio che t’impicchi, perfido.
Ghiotto, ribaldo che tu sei.
Pasifilo.                                              Confessovi



  1. Ant. stamp., con difetto nella misura del verso: E che mandi. La vera lezione è forse: E che si mandi.