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274 i suppositi.

Al grido immantinente tutto il popolo.
Sì che meglio è aspettarlo; chè, indugiandosi
Troppo, non mancherà cercarlo all’ultimo.


SCENA IV.

PASIFILO, e detto.


Pasifilo.Cónciali pur, ma a fuoco non si mettano
Fin che non siamo per entrare a tavola.
(Io spero che il convito andrà per ordine;
Ma s’io non ci ero, accadea qualche scandolo.)
Erostrato.Che scandalo1 accadea?
Pasifilo.                                    Volea por Dalio
La lonza2 a un tempo e i tordi in un medesimo
Schidone al fuoco. Sciocco! non considera
Che questa tarda, e quei tosto si cuocono.
Erostrato.Fusse pur il maggior cotesto scandolo!
Pasifilo.E de’ dua mali un ne seguía certissimo:
Se a par di quella i tordi si lasciavano,
Si sarían strutti ed arsi; se levato li
Avesse prima, freddi e dispiacevoli
Saríano stati.
Erostrato.                       Avuto hai buon judicio.
Pasifilo.Anderò in piazza a comperar, parendovi,
Melarance ed ulive; chè mancandoci
Tai cose, nulla varrebbe il convivio.
Erostrato.Nïente mancherà, non ne aver dubbio.


SCENA V.

PASIFILO.


Poi ch’io gli ho detto che Dulippo è in carcere,
Tutto è tornato bizzarro e fantastico:
Tanto martello ha che crepa. Ma abbilo
Quanto si vuole; il cuor gli crepi e l’anima:
Pur ch’io ceni con lui, c’ho da curarmene?



  1. Avvertiamo che così trovasi a questo luogo nella ediz. del Giolito; come negli altri due più vicini è scandolo.
  2. Sono le parole medesime del corrispondente passo della Commedia in prosa; e può rivedersi la nota a ciò relativa (p. 84).