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352 il negromante.

Se n’era sin qui in Roma venuta integra;
E questo dì Cremona vedete esserci
Venuta a mezzo il verno, per difficile
Strada, piena di fanghi e di monti asperi.
Nè vi crediate già che la necessiti
A venir, che si voglia d’omicidii,
Di voti di tai cose far assolvere;
Perchè non n’ha bisogno; e quando avuto lo
Avesse, aría sperato che ’l pontefice
Liberal le averebbe l’indulgenzia
Fatta mandar fino a casa, plenaria;
E se pur non in dono, per un prezio
Che più costan qui al maggio le carciofole:1
Ma vien sol per conoscer in presenzia,
Vedere e contemplar con gli occhi proprii
Quel che portato le ha la fama celebre,
De la bontade, del candor de l’animo,
De la religïon, de la prudenzia,
De l’alta cortesia, del splendor inclito,
De la somma virtù di Leon decimo.
E perch’ella non v’abbia meno ad essere
Grata che fusse Ferrara e piacevole,
Non è venuta senza una Commedia
Tutta nuova, la qual vuol che si nomini
Il Negromante, e ch’oggi a voi si reciti.
Or non vi parrà più tanto mirabile
Che Cremona sia qui, chè già giudizio
Fate che ’l negromante de la fabula
L’abbia fatta portar per l’aria ai diavoli:
Ma quando anche così fosse, miracolo
Saría però. Questa nuova Commedia
Dicevi averla avuta dal medesimo
Autor da cui Ferrara ebbe i Suppositi.
Mo’, se non vi parrà d’udire il proprio
E consüeto idioma del suo popolo,
Avete da pensar ch’alcun vocabolo
Passando udì a Bologna, dove è Studio;


  1. Parrà, ne’ giorni nostri, quasi incredibile questa pungente ironía, mescolata con le lodi che poco appresso si dànno a Leone X. Il lettore curioso potrà consultare a questo proposito anche la st. 33 del Canto IV del Rinaldo ardito. Di carciofola invece di Carciofo, è esempio anche nella Cassaria in versi, att. II, sc. 5 (pag. 141).