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Alquanto malageuole & aſpretta
Per mezo vn boſco preſero la via:
Che oltra che ſaſſoſa Coffe: e «retta
Quaſi ſu dritta alla collina giá,
Ma poi che ſuro aſcefi in ſu la vetta
Vſciro in ſpatiofa prateria:
Doue il piú bel palazzo, e ’l piú giocódo
Vider che mai foſſe veduto al mondo.
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La bella Alcina venne vn pezzo inante
Verſo Ruggier, ſuor de le prime porte,
E lo raccolſe in ſignoril ſembiante,
In mezo bella & honorata corte,
Da tutti glialtri tanto honore: e tante
Riuerentie fur fatte al guerrier ſorte:
Che non ne potrian far piú, ſé tra loro
Foſſe Dio ſcefo dal ſuperno choro.
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Non tato il bel palazzo era eſcellete
Perche vinceſſe ogn’ altro di ricchezza
Quato e’ hauea la piú piaceuol gente
Che foſſe al modo, e di piú gètilezza.
Poco era l’un da l’altro differente
F. di fiorita etade, e di bellezza,
Sola di tutti Alcina era piú bella
Si come e bello il Sol piú d’ogni ſtella.
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Di perſona era tanto ben ſormata.
Quanto me finger fan pittori induſtri,
Con bionda chioma lunga: & annodata,
Oro non e che piú riſplenda, e luſtri:
Spargeaſi per la guancia delicata
Miſto color di roſe, e di liguſtri,
Di terſo auorio era la ſronte lieta,
Che lo ſpatio ſinia con giuſta meta.
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Sotto duo negri: e ſottiliſſimi archi
Son duo negri occhi, azi duochiari Soli
Pietoſi a riguardare, a mouer parchi:
Intorno cui par ch’Amor ſcherzi e voli
E ch’indi tutta la pharetra ſcarchi,
E che viſibilmente i cori inuoli,
Quindi il naſo per mezo il viſo ſcende,
Che non truoua l’Inuidia oue l’emende.
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Sotto quel ſta: quaſi ſra due vallette,
La bocca ſparfa di natio cinabro,
Quiui due ſilze ſon di perle elette
Ctí chiude & apre, ú bello e dolce labro
Quindi eſcon le corteſi parolette
Da réder molle: ogni cor rozo e ſcabro,
Quiui ſi ſorma quel ſuaue riſo,
Ch’ apre a ſua poſta in terra il paradiſo,
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Bianca nieue e il bel collo: e ’l petto latte
Il collo e tòdo, il petto colmo e largo
Due pome acerbe: e pur d’ auorio fatte
Vègono e va, eòe onda al primo margo
Quado piaceuole aura il mar combatte
Non potria I’ altre parti veder Argo
Ben ſi può giudicar che corriſponde
A ql ch’appar di ſuor quel ch s’ aſeòde.
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Moſtran le braccia ſua miſura giuſta
E la candida man ſpeffo ſi vede,
Lúghetta alq^to: e di larghezza aguſta,
Doue ne nodo appar: ne vena eſcede,
Si vede al ſin de la perſona auguſta
Il breue aſciutto: e ritondetto piede,
Gli angelici ſembianti nati in cielo
Non ſi ponno celar ſotto alcun velo.