Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/139

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 [44]
Scioglie il nochier come venir lovede
     Di traſportarlo a miglior ripa lieto,
     Che ſé la faccia può del cor dar fede
     Tutto benigno, e tutto era diſcreto,
     Poſe Ruggier fopra il nauilio il piede,
     Dio ringratiando, e per lo mar quieto
     Ragionando venia col Galeotto,
     Saggio, e di lunga eſperientia dotto.

 [45]
Quel lodaua Ruggier, che ſi ſé haueffe
     Saputo a tempo tor da Alcina, e inanti
     Che ’l calice incantato ella gli deſſe
     C hauea al ſin dato a tutti glialtri amati:
     E poi che a Logiſtilla ſi traheſſe:
     Doue veder potria coſtumi fanti,
     Bellezza eterna, & inſinita gratia
     Chel cor notriſce e paſce, e mai nò fatia.

 [46]
Coſtei (dicea) ſtupore, e riuerenza
     Induce all’alma oue ſi ſcuopre prima,
     Contempla meglio poi l’alta preſenza
     Ogn’ altro ben ti par di poca ſtima,
     Il ſuo amore ha da glialtri differenza
     Speme o timor ne glialtri il cor ti lima,
     In queſto il deſiderio piú non chiede,
     E contento riman come la vede.

 [47]
Ella t’ inſegnera ſtudii piú grati
     Che ſuoni, daze, odori, bagni, e cibi,
     Ma come i penſier tuoi meglio ſormati,
     Poggin piú ad alto, che per l’aria i Nibi,
     E come de la gloria de beati
     Nel mortai corpo parte ſi delibi,
     Coſi parlando il Marinar veniua
     Lontano anchora alla firura riua.

 [48]
Quando vide ſcoprire alla marina
     Molti nauili, e tutti alla ſua volta,
     Con quei ne vien l’ingiuriata Alcina
     E molta di ſua gente haue raccolta:
     Per por lo ſtato: e ſé ſteffa in mina
     O racquiſtar la cara coſa tolta,
     E bene e Amor di ciò cagion non lieue
     Ma l’ingiuria non men che ne riceue.

 [49]
Ella non hebbe ſdegno da che nacque
     Di qſto il maggior mai c’hora la rode,
     Onde fa i remi ſi affretar per l’acque
     Che la ſpuma ne ſparge ambe le prode
     Al gran rumor, ne mar ne ripa tacque
     Et Eccho riſonar per tutto s’ode
     Scuopre Ruggier lo ſcudo che biſogna
     Se non fei morto o preſo con vergogna.

 [50]
Coſi diſſe il nocchier di Logiſtilla,
     Et oltre il detto, egli níedefmo preſe
     La tale ,i, e da lo ſcudo dipartilla,
     Et ſé il lume di quel chiaro e paleſe
     L’incantato ſplendor che ne sfauilla
     Gliocchi de gli auerſari coſi oſſeſe
     Che li ſé reſtar ciechi allhora allhora:
     E cader chi da poppa e chi da prora.

 [51]
Vn ch’era alla veletta in ſu la rocca
     De l’armata d’ Alcina ſi ſu accorto,
     E la campana martellando tocca,
     Onde il ſoccorſovien ſubito al porto,
     l’artegliaria: come tempeſta ſiocca
     Cétra chi vuole al buO Ruggier far torto
     Si che gli venne d’ ogni parte aita,
     Tal che ſaluo la liberta e la vita.