Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/16

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xiv prefazione

le potentie d’Italia che, finché egli vivesse, nessuno potesse stampare l’Orlando senza sua licenza. Pochi mesi piū tardi, cioè nel gennaio 1532, si era in procinto di por mano finalmente alla stampa, e Ludovico il 15 chiedeva al marchese di Mantova che, bisognandogli far condurre da Salò quattrocento risme di carta per il suo Orlando, fosse il carico esente dal pagamento del dazio. Appena il favore gli fu concesso, il 17 febbraio ne tornava a scrivere al duca ringraziandolo, e per non parer ingrato a tanta benignitade l’avvertiva di aver nelle addizioni al poema parlato onoratamente di lui1. La stampa s’iniziò forse sul termine del febbraio, tanto che nel marzo era alquanto innanzi e il poeta il 18 di quel mese si scusava con Giovanni Giacomo Calandra di certa commissione non soddisfatta per essere cosí occupato per mettere il Furioso a stampa2 da non poter attendere ad altro. Ma il lavoro tipografico non fu compiuto che negli ultimi giorni di settembre o ne’ primi d’ottobre, e l’autore, che n’aveva vigilata amorosamente da presso nell’officina la composizione de’ caratteri e l’impressione, ne aveva fatto eseguire la maggior parte degli esemplari su carta comune e alcuni soltanto su pergamena per inviarli in dono ai grandi signori. Due tra i primi ne offrí tosto il 9 ottobre ad Isabella Gonzaga e a Margherita Paleologa Gonzaga, notando alla marchesa di Mantova, che con tanto piacere aveva letto l’Orlando nella prima edizione, che ora il testo era meglio corretto e ampliato di sei canti e di molte stanze sparse chi qua chi lā pel libro3. Sicché nelle parole di queste lettere il pensiero dominante dell’Ariosto era che l’opera riuscisse corretta come non era stata nel passato, sí per la dizione come per la diligenza tipografica; e a questo scopo ne affidò la stampa al tipografo maggiore che vivesse allora in Ferrara, a maestro Francesco Rosso.

Egli, che nelle varie stampe eseguite ha nome di Rubeus, De Rubeis, Roscius o solamente Vale?iza, apparteneva a famiglia francese,

  1. A. Cappelli, Lettere di L. Ariosto, ediz. cit., 1. 177, 1S0.
  2. A. Cappelli, Lettere di L. Ariosto, ediz. cit., 1. 1S2.
  3. A. Cappelli, Lettere di L. Ariosto, ediz. cit., 1. 191, 192.