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Poi che horribil come era e ſpauètofa,
L’hebbe da parte ella mirata alquanto:
E che le panie assai pericoloſa
Coſi da l’un come da l’altro canto,
Di veder nouita voluntaroſa
Diſegno l’elmo tor, per mirar quanto
Fariano i duo guerrier, viſtofel tolto
Ben con penſier di non tenerlo molto.
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Ha ben di darlo al Conte intentione,
Ma ſé ne vuole in prima pigliar gioco:
l’elmo diſpicca, e in grembio ſé lo pone
E ſta a mirare i cauallieri vn poco:
Dipoi ſi parte, e non fa lor ſermone:
E lontana era vn pezo da quel loco
Prima ch’alai di lor v’ haueſſe mente,
Si l’uno e l’altro era nel’ira ardente.
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Ma Ferrati che prima v’ hebbe gliocchi
Si diſpicco da Orlando, e diſſe a lui
Deh eoe n’ha damale accorti e ſciocchi
Trattati il cauallier ch’era con nui:
Che premio ſi a ch’ai vincitor piú tocchi
Sc’l bel’elmo inuolato n’ha coſtui?
Riti affiOrlando, e gliocchi al ramo gira
Non vede l’elmo, e tutto auampa d’ira.
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E nel parer di Ferrau concorſe
Che’l cauallier che dianzi era con loro
Se lo portaſſe, onde la briglia torſe
E ſé ſentir gli ſproni a Brigliadoro:
Ferrati che del campo il vide torſe
Gli venne dietro, e poi che giunti ſoro
Doue nel’herba appar l’orma nouella,
C hauea fatto il Circaſſo, e la donzella.
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l’refe la ſtrada alla finiſtra il Conte
Yerſo vna valle, oue il Circaſſo era ito:
Si tenne Ferrau piú preſſo al monte,
Doue il ſentiero Angelica hauea trito,
Angelica in quel mezo ad vna ſonte
Giunta era, ombroſa e di giocondo ſito,
Ch’ognQ ch paſſa alle freſchc ombre ittita
Ne ſenza ber mai laſcia far partita.
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Angelica ſi ferma alle chiare onde
Non penſando ch’alcun le foprauegna
E per lo ſacro annel che la naſconde
Non può temer che caſo rio le auegna:
A prima giunta in ſu l’herboſe ſponde
Del riuo l’elmo, a vn ramuſcel cóſegna:
Poi cerca oue nel boſco e miglior ſraſca
La iumenta legar, pche ſi pafea.
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Il cauallier di Spagna, che venuto
Era per l’orme, alla ſontana giunge,
Non l’ha ſi toſto Angelica veduto
Che gli diſpare, e la caualla punge:
L’elmo che fopra l’nerba era caduto,
Ritor non può, che troppo reſta lunge,
Come il Pagan d’Angelica s’accorfe
Toſto ver lei pien di letitia corſe.
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Gli ſparue (come io dico) ella dauante
Come fantaſma al dipartir del ſonno:
Cercando egli la va per quelle piante
Ne i miſeri occhi piu veder la ponno,
Beſtemiando Machone e Triuigante,
E di ſua legge ogni maeſtro e donno
Ritorno Ferrau verſo la Fonte
V ne l’herba giacea l’elmo del Conte.