Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/165

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 [52]
Poi che horribil come era e ſpauètofa,
     L’hebbe da parte ella mirata alquanto:
     E che le panie assai pericoloſa
     Coſi da l’un come da l’altro canto,
     Di veder nouita voluntaroſa
     Diſegno l’elmo tor, per mirar quanto
     Fariano i duo guerrier, viſtofel tolto
     Ben con penſier di non tenerlo molto.

 [53]
Ha ben di darlo al Conte intentione,
     Ma ſé ne vuole in prima pigliar gioco:
     l’elmo diſpicca, e in grembio ſé lo pone
     E ſta a mirare i cauallieri vn poco:
     Dipoi ſi parte, e non fa lor ſermone:
     E lontana era vn pezo da quel loco
     Prima ch’alai di lor v’ haueſſe mente,
     Si l’uno e l’altro era nel’ira ardente.

 [54]
Ma Ferrati che prima v’ hebbe gliocchi
     Si diſpicco da Orlando, e diſſe a lui
     Deh eoe n’ha damale accorti e ſciocchi
     Trattati il cauallier ch’era con nui:
     Che premio ſi a ch’ai vincitor piú tocchi
     Sc’l bel’elmo inuolato n’ha coſtui?
     Riti affiOrlando, e gliocchi al ramo gira
     Non vede l’elmo, e tutto auampa d’ira.

 [55]
E nel parer di Ferrau concorſe
     Che’l cauallier che dianzi era con loro
     Se lo portaſſe, onde la briglia torſe
     E ſé ſentir gli ſproni a Brigliadoro:
     Ferrati che del campo il vide torſe
     Gli venne dietro, e poi che giunti ſoro
     Doue nel’herba appar l’orma nouella,
     C hauea fatto il Circaſſo, e la donzella.

 [56]
l’refe la ſtrada alla finiſtra il Conte
     Yerſo vna valle, oue il Circaſſo era ito:
     Si tenne Ferrau piú preſſo al monte,
     Doue il ſentiero Angelica hauea trito,
     Angelica in quel mezo ad vna ſonte
     Giunta era, ombroſa e di giocondo ſito,
     Ch’ognQ ch paſſa alle freſchc ombre ittita
     Ne ſenza ber mai laſcia far partita.

 [57]
Angelica ſi ferma alle chiare onde
     Non penſando ch’alcun le foprauegna
     E per lo ſacro annel che la naſconde
     Non può temer che caſo rio le auegna:
     A prima giunta in ſu l’herboſe ſponde
     Del riuo l’elmo, a vn ramuſcel cóſegna:
     Poi cerca oue nel boſco e miglior ſraſca
     La iumenta legar, pche ſi pafea.

 [58]
Il cauallier di Spagna, che venuto
     Era per l’orme, alla ſontana giunge,
     Non l’ha ſi toſto Angelica veduto
     Che gli diſpare, e la caualla punge:
     L’elmo che fopra l’nerba era caduto,
     Ritor non può, che troppo reſta lunge,
     Come il Pagan d’Angelica s’accorfe
     Toſto ver lei pien di letitia corſe.

 [59]
Gli ſparue (come io dico) ella dauante
     Come fantaſma al dipartir del ſonno:
     Cercando egli la va per quelle piante
     Ne i miſeri occhi piu veder la ponno,
     Beſtemiando Machone e Triuigante,
     E di ſua legge ogni maeſtro e donno
     Ritorno Ferrau verſo la Fonte
     V ne l’herba giacea l’elmo del Conte.