Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/166

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Lo riconobbe toſto che mirollo
     Per lettere e’ hauea ſcritte ne I* orlo
     Che dicean, doue Orlando guadagnollo
     E come, e quando, & a chi ſé deporlo
     Armoſſene il Pagano il capo, e il collo,
     Che no laſcio pel duol, e’ hauea di torlo
     Pel duol e’ hauea di qlla che gli ſparue
     Come ſparir ſoglion notturne larue.

 [61]
Poi ch’allacciato s’ ha il buo elmo I teſta
     Auifo glie che a contentarli a pieno
     Sol ritrouare Angelica gli reſta
     Che gli appar’ e diſpar come baleno,
     Per lei tutta cerco l’alta foreſta.
     E poi ch’ogni ſperanza venne meno
     Di piú poterne ritrouar veſtigi,
     Torno al campo ſpagnuol verſo Parigi.

 [62]
Teperado il dolor ch gli ardea il petto:
     Di non hauer ſi gran diſir sfogato,
     Col refrigerio di portar l’elmetto
     Che ſu d’Orládo, come hauea giurato,
     Dal Conte, poi che’l certo gli ſu detto
     Fu lungamente Ferrau cercato
     Ne ſin quel di dal capo gli lo ſciolſe
     Che ſra duo ponti la vita gli tolſe.

 [63]
Angelica inuiſibile e ſoletta
     Via ſene va, ma con turbata ſronte,
     Che de l’elmo le duol, che troppa fretta
     Le hauea fatto laſciar preſſo alla ſronte,
     Per voler far quel ch’a me far no ſpetta
     (Tra ſé dicea) leuato ho l’elmo al Còte:
     Queſto pel primo merito, e assai buono
     Di quanto a lui pur vbligata ſono.

 [64]
Con buona intentione (e fallo Idio)
     (Ben che diuerſo e triſto effetto ſegua)
     Io leuai l’elmo, e ſolo il penſier mio
     Fu di ridur quella battaglia a triegua,
     E non che per mio mezo il ſuo diſio
     Queſto brutto Spagnuol’hoggi 9fegua:
     Coſi di ſé s’andaua lamentando
     D’ hauer de l’elmo ſuo prillato Orlado,

 [65]
Sdegnata e mal contenta, la via preſe
     Che le parea miglior verſo Oriente,
     Piú volte aſcoſa andò, talhor paleſe
     Secondo era oportuno inſra la gente,
     Dopo molto veder molto paeſe
     Giunſe in vn boſco, doue iniquamente
     Fra duo compagni morti, vn giouinetto
     Trouo, ch’era ferito in mezo il petto.

 [66]
Ma non diro d’ Angelica hor piú inante,
     Che molte coſe ho da narrarui prima,
     Ne ſono a Ferrau ne a Sacripante
     Sin’ a gran pezzo per donar piú rima,
     Da lor mi leua il Principe d’ Anglante
     Ch di ſé vuol ch inazi a glialtri eſprima
     Le fatiche, e gli affanni che ſoſtenne
     Nel gran diſio di che a ſin mai no vene.

 [67]
Alla prima citta ch’egli ritruoua
     (Perche d’ andare occulto hauea gra cura)
     Si pone í capo vna barbuta nuoua
     Senza mirar s’ha debil tempra, o dura,
     Sia qua! ſi vuol, poco gli nuoce o gioua
     Si ne la fatagion ſi raſſicura
     Coſi coperto ſeguita l’inchieſta,
     Ne notte, o giorno, o pioggia, o Sol l’arreſta.