Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/170

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 [92]
V’era vna vecchia e facean gran conteſe
     Come vſo feminil ſpeffo eſſer ſuole
     Ma come il Conte ne la grotta ſcefe,
     Finiron le diſpute e le parole,
     Orlando a ſalutarle ſu corteſe
     (Cóme con dòne ſempre eſſer ſi vuole)
     Et elle ſi leuaro immantinente
     E lui riſalutar benignamente.

 [93]
Glie ver ch ſi ſmarriro in faccia alquāto
     Come improuiſo vdiron quella voce,
     E inſieme entrare armato tutto quanto
     Vider la dentro vn huom tanto feroce:
     Orlando domando qual foſſe tanto
     Scorteſe ingiuſto barbaro & atroce
     Che ne la grotta teneſſe ſepolto
     Vn ſi gentile & amoroſo volto.

 [94]
La vergine a fatica gli riſpofe
     Interrotta da ſeruidi ſigniozzi,
     Che da i Coralli e da le pretioſe
     Perle vſcir fanno i dolci accenti mozzi,
     Le lachryme ſcendean tra gigli e roſe
     La doue auien ch’alcuna ſé n’inghiozzi
     Piacciaui vdir nel’altro canto il reſto
     Signor, che tepo e homai di ſinir qſto.


CANTO TERZODECIMO



 [1]

B
En ſuro auenturoſi i cauallieri

     Ch’erano a qlla etā: che nei valloni
     Ne le ſcure ſpelòche e boſchi ſieri,
     Tane di Serpi: d’Orfi, e di Leoni
     Trouauan quel che ne i palazzi altieri
     A pena hor trouar puon giudici buoni,
     Donne che ne la lor piū ſreſca etade
     Sien degne d’hauer titol di beltade.

 [2]
Di fopra vi narrai, che ne la grotta
     Hauea trouato Orlando vna donzella
     E che le dimando ch’iui condotta
     l’haueffe, hor ſeguitando dico ch’ella
     Poi ch piū d’un ſigniozzo l’ha íterrotta:
     Con dolce e ſuauiſſima fauella
     Al Conte fa le ſue ſciagure note,
     Con quella breuita che meglio puote.

 [3]
Ben che io ſia certa (dice) o Caualliero
     Ch’io porterò del mio parlar ſupplitio,
     Perche a colui che q m’ha chiuſa: ſpero
     Che coſtei ne darā ſubito inditio,
     Pur ſon diſpoſta non celarti il vero,
     E vada la mia vita in precipitio,
     E ch’aſpettar pofs’io da lui piū gioia?
     Che’l ſi diſpoga u di voler ch’io muoia?