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D’Africa v’era la men triſta gente
Ben che ne qſta achor gra pzzovaglia,
Dardinel la ſua moſſe incontinente
E male armata, e peggio vſa in battaglia
Bé ch’egli í capo hauea l’elmo lucete
E tutto era coperto a piaſtra e a maglia
Io credo che la quarta miglior ſia
Con laqual Iſolier dietro venia
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Trafone in tanto il buon Duca di Marra
Che ritrouarſi all’alta impreſa gode
A i cauallieri ſuoi leua la ſbarra
E ſeco inuita alle famoſe lode,
Poi ch’Iſolier con quelli di Nauarra
Entrar ne la battaglia vede & ode,
Poi moſſe Ariodante la ſua ſchiera
Che nuouo Duca d’ Albania fatt’ era.
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L’alto rumor de le ſonore trombe
De timpani, e de barbari ſtromenti
Giunti al còtinuo ſuon d’ archi, di ſròbe
Di machine, di ruote, e di tormenti:
E quel, di che piú par che’l ciel ribombe
Gridi, tumulti, gemiti, e lamenti:
Rendeno vn’ alto ſuon, ch’a ql s’ accorda
Con che i vicin cadendo il Nilo afforda
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Grade ombra d’ ognltorno il cieloiuolue
Nata dal ſaettar de li duo campi,
l’halito, il ſumo del ſudor, la polue,
Par che ne l’aria oſcura nebbia ſtampi:
Hor qua l’un capo, hor l’altro la ſi volue
Vedreſti hor eòe vn ſegua, hor cóeſcapi
Et iui alcuno o non troppo diuiſo
Rimaer morto oue ha il nimico vcciſo.
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Doue ima ſquadra p ſtáchezza e moſſa
Vn’ altra ſi fa toſto andare inanti:
Di qua di la, la gente d’ arme ingroſſa
La cauallieri, e qua ſi metton fanti,
La terra che foſtien l’aſſalto e roſſa
Mutato ha il verde ne ſanguigni manti,
E dou’ erano i fiori azurri e gialli
Giacèo vcciſi hor gli huomini e i caualli
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Zerbin facea le piú mirabil pruoue
Che mai faceſſe di ſua etá garzone:
l’eſercito pagan che’ntorno pioue
Taglia & vecide, e mena a deſtruttione,
Ariodante alle ſue genti nuoue
Moſtra di ſua virtú gran paragone,
E da di ſé timore e merauiglia
A quelli di Nauara, e di Caſtiglia.
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Chelindo e Moſco i duo ſigli baſtardi
Del morto Calabrun Re d’ Aragona:
Et vn che reputato ſra gagliardi
Era Calamidor da Barcelona,
S’ hauean laſciato a dietro gli ſtendardi
E credendo acquiſtar gloria e corona
Per vecider Zerbin, gli ſuro adoſſo
Et ne ſianchi il deſtrier gli hano peoffo,
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Paſſato da tre lance il deſtrier morto
Cade, ma il buon Zerbin ſubito e í piede
Ch’a qi ch’ai ſuo cauallo ha fatto torto
Per vendicarlo va doue gli vede,
E prima a Moſco al giouene inaccorto
Che gli ſta fopra, e di pigliar se’l crede
Mena di punta, e lo paſſa nel ſianco
E ſuor di fella il caccia ſreddo e bianco.