Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/23

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prefazione xxi

e per lucro che altri voleva trarre dalla nobile fatica del poeta; e se si ricorda pure che Ludovico temette sempre che un simile mercimonio si facesse a suo danno, e appunto per ciò sollecitava i privilegi di stampa dal pontefice, dall’imperatore e dai vari sovrani d’Italia, e anche per ciò fu presente all’impressione del poema, non sarā inverosimile il supporre che le copie del tipo A rappresentino esemplari stampati di nascosto, all’insaputa e contro la volontā dell’ autore a fin di lucro, quando l’impressione delle copie ordinate da lui, quaderno per quaderno, era terminata. E poiché era impresa clandestina e forse compiuta quando l’Ariosto era assente dall’officina di maestro Rosso, prima che la composizione tipografica si disfacesse, può essere facilmente avvenuto che qualche volta per errore o per qualunque caso questa sia stata scomposta, o l’autore stesso, indugiandosi nell’officina, abbia voluto si scomponesse. E allora a riparare la lacuna nelle copie clandestine per la parte del testo che non era stata impressa, piū tardi gli avari imprenditori avrebbero supplito la parte mancante, riproducendo per quelle pagine e per quelle stanze il testo da un’edizione anteriore, cioè forse da un’edizione apocrifa intermedia tra il 1521 e il 1532. Ciò lascia meglio intendere come nelle varianti del testo A vi siano lezioni tanto della stampa del 15 16 quanto del 1521, ma non vi si riscontri il testo preciso né dell’una né dell’altra. E conferma altresí l’ipotesi il trovarsi le ottave discordi in otto pagine di stampa intiere, senza una stanza di piū innanzi o dopo, quando nessuna ragione stilistica avrebbe consigliato d’incominciar la correzione a metā d’un episodio; ciò che lascia pensare agevolmente ad un disordine tipografico occorso. Anzi è probabile che gli esemplari del testo A, a causa delle minacce e delle pene contenute ne’ privilegi, siano rimasti nascosti e fuor di commercio nel primo tempo, finché le copie autentiche, inviate soprattutto ai signori e alle corti non fossero state largamente diffuse, e che soltanto pochi mesi piū tardi, nel 1533, dopo la morte del poeta, siano state mescolate con le autentiche e vendute. E perché tali esemplari dovettero esser numerosi e passar tra le mani degli uomini colti e del popolo, accadde che il testo noto e comune dell’Orlando