Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/22

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xx prefazione

suave per soave, IV, 66, 3; chari per chiari, V, 5, 5; giuova per giova, V, 24, 4; sianomi per sfattami, VII, 47, 6; e b ald amar Qr baldanza, XLI, 8, 1; e si possono dunque ritenere rapidi ritocchi eseguiti durante la stampa. E poiché si tratta di correzioni materiali d’errori tipografici, sarebbe vano qui accennare a criterio artistico o a ragioni di stile e d’armonia, che molti scrittori, come il Cappelli e il Lisio, credettero causa di tutte le varianti ariostèe. Che ciò non sia, oltre alla qualitā delle stesse varianti, lo mostra il fatto che, se qualche esemplare degli ultimi impressi s’avvantaggia per correttezza sugli altri, sono anche approvati dall’autore gli esemplari men corretti, come le copie su pergamena, che a lui premeva riuscissero senza mende: tanto lieve è il valore di siffatte varianti!

Ma altrettanto non può dirsi per le varianti della seconda serie, cioè per quelle comprese in un gruppo di settantotto stanze, che formano otto pagine piene e che nel testo A differiscono, come s’osservò, da quelle del testo B per divergenze di vocaboli, di sintassi e d’ortografia. Ora, chi ben noti, rileva che le forme di A son peggiorate rispetto alla lingua su le forme di B e che l’ortografia e la punteggiatura soltanto per quelle stanze è deficiente e dissimile dal resto del poema, cioè dalle poche ottave che precedono e dalle molte che seguono. Sicché, mentre il testo B ci si offre come un testo continuo e uniforme, quello A ne differisce soltanto per quelle ottave, che son per gran parte diverse dal rimanente. Non si può certamente pensare che le stanze differenti in A siano effetto anche qui di correzioni apportate dall’Ariosto al testo durante la stampa, sí perché, come ho detto, contengono lezioni peggiorate nella lingua e nell’ortografia, sí anche perché, se una revisione siffatta fosse stata intrapresa, logicamente avrebbe dovuto incominciarsi dalla prima ottava e continuare nei nuovi esemplari per tutto il poema, e non sarebbe stata circoscritta a poche ottave tra i due primi canti, mentre di varianti di questa sorte, salvo forse le tre parole addotte sopra, fuor di quelle pagine e di quelle ottave non si trova traccia.

Convien dunque rifarsi ad un’altra ipotesi; e se si ricorda che il poema fu sovente stampato nel tempo innanzi in copie clandestine e senza consenso dell’autore per soddisfare alla richiesta de’ lettori