Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/244

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 [36]
Coſi ſurendo il Saracin bizarro
     Si volge al Nano e dice, hor la t’ inuia,
     E non aſpetta ne deſtrier ne carro
     E non fa motto alla ſua compagnia,
     Va co piú fretta che no va il Ramarro
     Quando il ciel arde, a trauerſar la via,
     Deſtrier nò ha, ma il primo tor diſegna
     (Sia di chi vuol) ch’ad icótrar lo vegna

 [37]
La Diſcordia ch’udi queſto penſiero
     Guardo ridendo la Superbia, e diſſe
     Che volea gire a trouare vn deſtriero
     Che gli apportaſſe altre conteſe e riſſe,
     E far volea ſgombrar tutto il ſentiero
     Ch’ altro che qllo in man nò gli veniſſe:
     E giá penſato hauea doue trouarlo
     Ma coſtei laſcio, e torno a dir di Carlo.

 [38]
Poi ch’al partir del Saracin ſi eſtinfe
     Carlo d’intorno il periglioſo fuoco,
     Tutte le genti all’ordine riſtrinfe
     Laſcionne parte in qualche debol loco,
     Adoſſo il reſto a i Saracini ſpinfe,
     Per dar lor ſcacco, e guadagnarſi il giuoco
     E gli mando per ogni porta ſuore
     Da fan Germano in fin’ a fan Vittore.

 [39]
E comando ch’a porta fan Marcello
     Dou’ era gran ſpianata di campagna,
     Aſpettaffe l’un l’altro, e in vn drappello
     Si ragunaſſe tutta la compagna,
     Quindi animado ognuno a far macello
     Tal che ſempre ricordo ne rimagna,
     A i lor ordini andar ſé le bandiere
     E di battaglia dar ſegno alle ſchiere.

 [40]
Il Re Agramate in queſto mezo in fella
     Malgrado de i Chriſtian rimeſſo s’ era
     E con l’inamorato d’ Iſabella
     Facea battaglia periglioſa e ſiera:
     Col Re Sobrin Lurcanio ſi martella
     Rinaldo icòtra hauea tutta vna ſchiera
     E con virtude, e con fortuna molta
     l’urta, l’apre, ruina, e mette in volta.

 [41]
Eſſendo la battaglia in queſto ſtato
     L’Imperatore aſſalſe il retroguardo:
     Dal canto oue Marſilio hauea fermato
     Il fior di Spagna Uomo al ſuo ſtèdardo:
     Con fanti in mezo, e cauallieri allato
     Re Cario ſpinfe il ſuo popul gagliardo,
     Con tal rumor di timpani e di trombe,
     Che tutto’l mondo par che ne rimbobe.

 [42]
Cominciauan le ſchiere a ritirarſe
     De Saracini, e ſi farebbon volte
     Tutte a ſuggir, ſpezzate rotte e ſparfe
     Per mai piú no potere eſſer raccolte,
     Ma’l Re Gradonio e Falſiron comparite
     Che ſtati i maggior briga era piú volte:
     E Balugante e Serpentin feroce
     E Ferrau che lor dicea a gran voce.

 [43]
Ah (dicea) valéthuomini, ah compagni
     Ah ſratelli, tenete il luogo voſtro,
     I nimici faranno opra di ragni
     Se non machiamo noi del douer noſtro,
     Guardate l’alto honor gli apli guadagni
     Ch Fortúa vincèdo hoggi ci ha moſtro
     Guardate la vergogna e il dano eſtremo
     Ch’ eſſendo vinti a patir ſemp hauremo.