Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/256

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 [132]
Ne la citta con pace e con amore
     Tornaro, oue le feſte raddoppiarli,
     Poi la gioſtra ſi ſé, di che l’honore
     E’l pregio Sanſonetto fece darſi,
     Ch’ Aſtolfo e i duo ſratelli, e la migliore
     Di lor Marphiſa, non volſon prouarſi,
     Cercando com’amici e buon cópagni
     Che Sanſonetto il pregio ne guadagni.

 [133]
Stati che ſono in gran piacere e in feſta
     Con Norandino otto giornate o diece
     Perche I’ amor di Francia gli moleſta
     Che laſciar ſenza lor tanto non lece,
     Tolgon licentia, e Marphiſa che queſta
     Via diſiaua, compagnia lor fece:
     Marphiſa hauuto hauea lungo diſire
     Al paragon de i Paladin venire.

 [134]
E far eſperientia ſé l’effetto
     Si pareggiaua a tanta nominanza
     Laſcia vn’ altro in ſuo loco Sanſonetto
     Che di Hieruſalem regga la ſtanza,
     Hor queſti cinque invn drappello eletto
     Che pochi pari al modo han dipoſſanza
     Licentiati dal Re Norandino
     Vano a Tripoli, e al mar ch v’ e vicino.

 [135]
E quiui vna Caracca ritrouaro
     Che per Ponente mercantie raguna,
     Per loro e pei caualli s’ accordaro
     Con vn vecchio patron ch’era da Luna:
     Moſtraua d’ ognintorno il tempo chiaro
     C haurian per molti di buona Fortuna,
     Sciolſer dal lito, hauendo aria ſerena
     E di buon vento ogni lor vela piena.

 [136]
L’Ifola ſacra all’amorofa Dea
     Diede lor ſotto vn’ aria il primo porto
     Ch (no ch’a oſieder glihuomini ſia rea)
     Ma ſtèpra il ferro, e quiui e’l viuer corto
     Cagion n’ e vn ſtagno, e certo non douea
     Natura a Famagoſta far quel torto
     D’ appffarui Coſtanza acre e maligna
     Quando al reſto di Cypro e ſi benigna.

 [137]
Il graue odor che la palude eſhala
     No laſcia al legno far troppo ſoggiorno
     Quldi a li Greco leuate ſpiego ogni ala
     Volado da man deſtra a Cypro intorno
     E ſurſe a Papho, e poſe in terra ſcala:
     E i nauiganti vſcir nel lito adorno
     Chi per merce leuar: chi per vedere
     La terra d’Amor piena, e di piacere.

 [138]
Dal mar fei miglia o fette, apoco apoco
     Si va ſalendo in verſo il colle ameno,
     Myrti, e Cedri, e Naraci, e Lauri, il loco
     E mille altri ſoaui arbori han pieno
     Serpillo, e Perſa, e Roſe, e Gigli, e Croco
     Spargon da l’odoriſero terreno
     Tanta ſuauita, ch’in mar ſentire
     La fa ogni vento che da terra ſpire.

 [139]
Da l’impida ſontana, tutta quella
     Piaggia, rigado va vn ruſcel fecondo.
     Ben ſi può dir che ſia di Vener bella
     Il luogo diletteuole, e giocondo,
     Che v’e ogni dona affato, ogni dòzella
     Piaceuol, piú ch’altroue ſia nel mondo,
     E fa la Dea che tutte ardon d’ amore
     Giouani e vecchie inno all’ultime hore.