Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/267

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 [27]
Staua il Paſtore in assai buona e bella
     Stanza, nel boſco inſra duo mòti piatta:
     Co la moglie e co i ſigli: & hauea quella
     Tutta di nuouo, e poco inanzi fatta,
     Quiui a Medoro ſu per la Donzella
     La piaga in breue a fallita ritratta,
     Ma in minor tempo ſi ſenti maggiore
     Piaga di queſta hauere ella nel core.

 [28]
Affai piú larga piaga, e piú profonda
     Nel cor ſenti da non veduto ſtrale:
     Che da begliocchi, e da la teſta bionda
     Di Medoro, attento l’Arder e’ ha l’ale.
     Arder ſi ſente, e ſempre il fuoco abonda
     E piú cura l’altrui che’l proprio male,
     Di ſé non cura, e non e ad altro intenta
     Ch’a iif.in.it chi lei fere e tormenta.

 [29]
La ſua piaga piú s’ apre, e piú incnidiſce,
     Quanto piú l’altra ſi riſtringe e ſalda.
     Il giouine ſi fatta, ella languiſce
     Di nuoua febbre, hor agghiacciata, hor cak
     Di giorno in giorno in lui beltá fioriſce
     La niiſera ſi ſtrugge, come ſalda
     Strugger di nieue intempeſtiua, ſuole
     Ch’i loco aprico habhia Scopta il Sole,

 [30]
Se di diſio non vuol morir biſogna
     Che ſenza indugio ella ſé ſteffa aiti,
     E bè le par che di quel ch’effa agogna
     Non ſia tempo aſpettar ch’altri la’nuiti:
     Dunq3 rotto ogni ſreno di vergogna
     La ligua hebbe no me ch gliocchi arditi
     E di quel colpo domando mercede
     Che ſorſè non ſapendo, eſſo le diede.

 [31]
Conte Orlando, o Re di Circaſia
     Voſtra inclyta virtú dite che gioua?
     Voſtro alto honor dite in che pzzo ſia?
     O che merce voſtro ſeruir ritruoua ?
     Moſtratemi vna ſola corteſia
     Ch mai coſtei v’ufaffe, o vecchia o nuoua
     Per ricopéfa e guidardoe e merto
     Di quanto hauete giá per lei foſſerto.

 [32]
Oh ſé poteſſi ritornar mai viuo
     Quato ti parria duro o Re Agricae,
     Ch giá moſtro coſtei ſi hauerti a ſchiuo
     Con repulſe crudeli & inhumane,
     Ferrau, o mille altri ch’io non ſcriuo
     C hauete fatto mille pruoue vane
     Per qſta ingrata: quanto aſpro vi ſora
     S’a coſtu’in braccio voi lavedeſſe hora.

 [33]
Angelica a Medor la prima roſa
     Coglier laſcio, no anchor tocca inante,
     Ne perſona ſu mai ſi auenturoſa
     1 Ch’in quel giardin poteſſe por le piate,
     Per adombrar per honeſtar la coſa
     Si celebro con cerimonie fante
     11 matrimoio, ch’Auſpice hebbe Amore
     E Pronuba la moglie del Paſtore.

 [34]
Ferfi le nozze ſotto all’humil tetto
     Le piú ſolenni che vi potean farſi:
     E piú d’un meſe poi ſtero a diletto
     1 duo tranquilli amanti a ricrearſi,
     Piú lunge non vedea del Giouinetto:
     La Donna, ne di lui potea Cui. uſi
     Ne per mai ſempre pendergli dal collo
     Il ſuo diſir ſentia di lui ſatollo.