Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/280

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 [22]
Le Donne che ſi videro tradite
     Da i loro amati in che piú fede haueáo:
     Reſtar per alcun di ſi ſbigotite
     Che ſtatue ímote in lito al mar pareano,
     Viſto poi che da gridi, e da inſinite
     Lachryme, alcun profitto non traheano
     A penſar cominciarci e ad hauer cura
     Come aiutarfi in tanta lor ſciagura.

 [23]
E proponendo in mezo i lor pareri
     Altri diceano in Creta e da tornarſi,
     E piú toſto all’arbitrio de ſeueri
     Padri, e d’offefi lor mariti, darſi,
     Che ne i deſerti liti e boſchi ſieri
     Di diſagio e di fame conſumarſi,
     Altre dicean, che lor faria piú honeſto
     Affogarli nel mar, che mai far queſto.

 [24]
E che manco mal’era meretrici
     Andar pel modo, adar mèdiche, o ſchiaue
     Che ſé ſteſſe oſſerire a gli ſupplici
     Di ch’eran degne l’opere lor praue,
     Queſti e ſimil partiti, le inſelici
     Si proponean, ciaſcun piú duro e graue
     Tra loro al ſine vna Oronthea leuoſſe
     Ch’origine trahea dal Re Minoffe.

 [25]
La piú giouen de l’altre, e la piú bella
     E la piú accorta, e e’ hauea meno errato:
     Amato hauea Phalanto, e a lui pulzella
     Dataſi, e per lui il padre hauea laſciato,
     Coſtei moſtrando in viſo, & in fauella
     Il magnanimo cor d’ira inſiammato:
     Redarguendo di tutte altre il detto
     Suo parer diſſe, e ſé feguirne effetto.

 [26]
Di queſta terra a lei non panie torſi
     Che conobbe feconda, e d’aria ſana:
     E di limpidi ſiumi hauer diſcorſi:
     Di ſelue opaca, e la piú parte piana,
     Con porti e ſoci, oue dal mar ricorſi
     Per ria Fortuna hauea la gente eſtrana,
     C hor d’ Africa portaua hora d’ Egitto
     Coſe diuerſe, e neceffarie al uitto.

 [27]
Qui parue a lei fermarli, e far vendetta
     Del viril feſſo che le hauea ſi oſſeſe
     Vuol ch’ogni naue che da venti affretta
     A pigliar venga porto in ſuo paeſe,
     A ſacco, a ſangue, a fuoco al ſin ſi metta:
     Ne de la vita a vn ſol ſi ſia corteſe,
     Coſi ſu detto, e coſi ſu concluſo,
     E ſu fatta la legge: e metta in vſo.

 [28]
Come turbar l’aria ſentiano, armate
     Le femine correan ſu la marina,
     Da l’implacabile Oronthea guidate
     Che die lor legge, e ſi ſé lor Regina:
     E de le naui, a i liti lor cacciate
     Faceano incendi horribili, e rapina:
     Huom no laſciando viuo, che nouella
     Dar ne poteſſe, o in queſta parte, o iqlla.

 [29]
Coſi ſolinghe viſſero qualch’anno
     Aſpre nimiche del feſſo virile:
     Ma conobbero poi, che’l proprio danno
     Procaccierian, ſé non mutauan ſtile.
     Che ſé di lor propagine non fanno
     Sara lor legge in breue irrita e vile
     E mancherá con l’infecondo regno,
     Doue di farla eterna era il diſegno.