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Le Donne che ſi videro tradite
Da i loro amati in che piú fede haueáo:
Reſtar per alcun di ſi ſbigotite
Che ſtatue ímote in lito al mar pareano,
Viſto poi che da gridi, e da inſinite
Lachryme, alcun profitto non traheano
A penſar cominciarci e ad hauer cura
Come aiutarfi in tanta lor ſciagura.
[23]
E proponendo in mezo i lor pareri
Altri diceano in Creta e da tornarſi,
E piú toſto all’arbitrio de ſeueri
Padri, e d’offefi lor mariti, darſi,
Che ne i deſerti liti e boſchi ſieri
Di diſagio e di fame conſumarſi,
Altre dicean, che lor faria piú honeſto
Affogarli nel mar, che mai far queſto.
[24]
E che manco mal’era meretrici
Andar pel modo, adar mèdiche, o ſchiaue
Che ſé ſteſſe oſſerire a gli ſupplici
Di ch’eran degne l’opere lor praue,
Queſti e ſimil partiti, le inſelici
Si proponean, ciaſcun piú duro e graue
Tra loro al ſine vna Oronthea leuoſſe
Ch’origine trahea dal Re Minoffe.
[25]
La piú giouen de l’altre, e la piú bella
E la piú accorta, e e’ hauea meno errato:
Amato hauea Phalanto, e a lui pulzella
Dataſi, e per lui il padre hauea laſciato,
Coſtei moſtrando in viſo, & in fauella
Il magnanimo cor d’ira inſiammato:
Redarguendo di tutte altre il detto
Suo parer diſſe, e ſé feguirne effetto.
[26]
Di queſta terra a lei non panie torſi
Che conobbe feconda, e d’aria ſana:
E di limpidi ſiumi hauer diſcorſi:
Di ſelue opaca, e la piú parte piana,
Con porti e ſoci, oue dal mar ricorſi
Per ria Fortuna hauea la gente eſtrana,
C hor d’ Africa portaua hora d’ Egitto
Coſe diuerſe, e neceffarie al uitto.
[27]
Qui parue a lei fermarli, e far vendetta
Del viril feſſo che le hauea ſi oſſeſe
Vuol ch’ogni naue che da venti affretta
A pigliar venga porto in ſuo paeſe,
A ſacco, a ſangue, a fuoco al ſin ſi metta:
Ne de la vita a vn ſol ſi ſia corteſe,
Coſi ſu detto, e coſi ſu concluſo,
E ſu fatta la legge: e metta in vſo.
[28]
Come turbar l’aria ſentiano, armate
Le femine correan ſu la marina,
Da l’implacabile Oronthea guidate
Che die lor legge, e ſi ſé lor Regina:
E de le naui, a i liti lor cacciate
Faceano incendi horribili, e rapina:
Huom no laſciando viuo, che nouella
Dar ne poteſſe, o in queſta parte, o iqlla.
[29]
Coſi ſolinghe viſſero qualch’anno
Aſpre nimiche del feſſo virile:
Ma conobbero poi, che’l proprio danno
Procaccierian, ſé non mutauan ſtile.
Che ſé di lor propagine non fanno
Sara lor legge in breue irrita e vile
E mancherá con l’infecondo regno,
Doue di farla eterna era il diſegno.