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S’ io ci ſoſſi per donna conoſciuta
So c’Iiaurei da le dóne honore e pregio,
E volentieri io ci farei tenuta
E tra le prime ſorſè del collegio,
Ma con coſtoro eſſendoci venuta
Non ci vo d’cffi hauer piú priuilegio:
Troppo error ſora, ch’io mi ſteffi o adsffi
Libera, e glialtri in ſeruitu laſciaffi.
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Queſte parole & altre ſeguitando
Moſtro Marphiſa, che’l riſbetto ſolo
C hauea al periglio de cópagni (quádo
Potria loro il ſuo ardir tornare i duolo)
La tenea, che con alto & memorando
Segno d’ardir non analia lo ſtuolo
E per quello a Guidon laſcia la cura
D’ uſar la via che piú gli par ſicura.
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Guidon la notte con Aleria parla
(Coſi hauea nome la piú lida moglie)
Ne biſogno gli ſu molto pregarla
Che la trouo diſpoſta alle ſue voglie,
Ella tolſe vna naue, e fece armarla
E v’arreco le ſue piú ricche ſpoglie,
Fingendo di volere al nuouo albore
Con le compagne vſcire in corſo ſuore.
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Ella hauea fatto nel palazzo inanti
Spade e lancie arrecar corazze e feudi
Onde armar ſi poteſſero i mercanti
E i galeotti ch’eran mezo nudi,
Altri dormirò, & altri Iter vegghianti
Compartèdo tra lor gli otii e gli ſtudi
Spetto guardado, e pur co l’arme i doſſo
Se l’Oriente anchor ſi facea roſſo.
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Dal duro volto de la terra, il Sole
Nò tollea achora il velo oſcuro & atro:
4 A pena hauea la Lycaonia prole
Per li ſolchi del ciel volto l’aratro
Quado il femineo ſtuol ch veder vuole
Il ſin de la battaglia empi il theatro,
Coe Ape del ſuo clauſtro épie la ſoglia
Che mutar regno al nuouo tépo voglia.
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Di trombe di tabur di ſuon de corni
Il popul riſonar fa cielo e terra
Coſi citando il ſuo Signor che torni
A terminar la cominciata guerra,
Aquilante e Griphon ſtauano adorni
De le lor arme, e il Dura d’Inghilterra
Guidon, Marphiſa, Sanſonetto, e tutti
1 .li. itti 1. chi a piedi, e chi a cauallo [(brutti.
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Per ſceder dal palazzo al mar e al porto,
La piazza trauerſar ſi conuenia,
Ne v’era altro camiti lungo ne corto
Coſi Guidon diſſe alla compagnia,
E poi che di ben far molto conſorto
Lor diede, entro ſenza rumore in via
E ne la piazza dotte il popul’era
S’ appſento co piú di cento in ſchiera.
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Molto affrettando i ſuoi còpagni, andaua
Guidone all’altra porta per vſcire,
Ma la gran moltitudine che ſtaua
Intorno armata, e ſempre atta a ferire
Penſo, come Io vide, che menaua
Seco queglialtri, che volea ſuggire,
E tutta a vn tratto a gliarchi ſuoi ricorſe
E parte onde s’ufeia venne ad opporfe.