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Zerbin coli parlaua, ne men triſto
In parole e in ſembianti eſſer parea
Di queſto nuouo Mio ſi odioſo acquieto,
Che de la donna, che perduta hauea,
La vecchia, anchor che nò haueſſe ritto
Mai piú Zerbin, per quel e’ hora dicea
S’ auuide eſſer colui di che notitia
Le diede giá Iſlabella di Galitia.
[135]
Sei vi ricorda quel e’ hauete vdito
Cortei da la ſpelonca ne veniua:
Doue Iſlabella che d’Amor ferito
Zerbino hauea, ſu molti di captiua:
Piuvolte ella le hauea giá riferito
Come laſciaffe la paterna riua:
E come rotta in mar da la procella
Si ſaluaſſe alla ſpiaggia di Rocella.
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E ſi ſpeffo dipinto di Zerbino
Le hauea il bel viſo, e le fattezze conte:
C hora vdendol parlare, e piú vicino
Gliocchi alzadogli meglio ne la ſronte,
Vide eſſer quel, p cui ſempre meſchino
Fu d’ Iſſabella il cor nel cauo monte,
Che di non veder lui, piú ſi lagnaua
Che d’ eſſer fatta a i Malandrini ſchiaua.
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La vecchia dando alle parole vdienza
Ch co ſdegno e co duol Zerbino verſa:
S’auede ben, ch’egli ha falſa credenza
Ch ſia Iſſabella i mar rotta e ſommerſa:
E bè ch’ella del certo habbia ſcienza
Per non lo rallegrar, pur la peruerſa
Quel che far lieto lo potria: gli tace
E ſol gli dice quel, che gli diſpiace.
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Odi tu (gli ditte ella) tu che fei
Cotáto altier che ſi mi ſcherni e ſprezzi:
Se ſapeſſi che nuoua ho di coſtei
Che morta piangi ini fareſti vezzi.
Ma piú toſto che dirtelo torrei
Che mi ſtrozzaffi: o feſſi in mille pezzi,
Doue s’ eri ver me piú manſueto
Forſè aperto t’ haurei queſto ſecreto.
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Come il maſtin che con furor s’ auenta
Adoſſo al ladro, ad achetarſi e preſto
Che quello o pane o cacio gliappſenta
O che fa incanto appropriato a queſto:
Coſi toſto Zerbino numi] diuenta
E vien bramoſo di ſapere il reſto:
Che la vecchia gli accèna che di quella
Che morta piange, gli fa dir nouella.
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E volto a lei con piú piaceuol faccia
La ſupplica, la prega, la ſcongiura
Per glihuomini, p Dio, che nò gli taccia
Quato ne ſappia o buona o ria vetura:
Coſa non vdirai che prò ti faccia
Diſſe la vecchia pertinace e dura:
Non e Iſſabella, come credi, morta
Ma viua ſi, ch’a morti inuidia porta.
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E capitata in queſti pochi giorni
Che no n’udiſti, in man da piú di venti,
Si che qualhora ancho in ma tua ritorni
Ve ſé ſperar di corre il fior conuienti.
Ah vecchia maladetta, come adorni
La tua menzogna, e tu fai pur ſé nienti.
Se ben in man de venti eli’ era ſtata
. Non I’ hauea alcun perho mai violata.