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Che s’habbia da partire ancho lo punge
Senza licentia de la ſua Regina,
Quando queſto penſier: quSdo ql giiíge
Che’l dubio cor diuerſamente inchina,
Gli era l’auifo riuſcito lunge
Di trouarla al caſtel di Fiordiſpina,
Doue inſieme douea, come ho giá detto,
In ſoccorſo venir di Ricciardetto.
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Poi gli ſouien, ch’egli le hauea promeſſo
Di ſeco a Vall’ombrofa ritrouarſi:
Péſa ch’adar v’ habbi ella, e qui d’elfo
Che non vi troui poi, marauigliarſi,
Potette alnien mandar lettera o metto
Si eli’ ella non haueſſe a lamentarſi:
Che oltre ch’egli mal le hauea vbbidito
Senza far motto anchor foſſe partito.
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Poi che piú coſe imaginate s’ hebbe
Penſa ſcriuerle al ſin quanto gli accada,
E ben ch’egli non ſappia come clebbe
La lettera inaiar ſi che ben vada,
Non perho vuol reſtar, che be potrebbe
Alcun meſſo fedel trouar per ſtrada,
Piú non s’ indugia, e ſalta de le piume
Si fa dar charta, ichioſtro, péna, e lume.
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I camarier diſcreti & aueduti
Arrecano a Ruggier ciò che comanda,
Egli comincia a ſcriuere, e i falliti
(Come ſi ſuol) ne i primi verſi manda,
Poi narra de gli auiſi che venuti
Son dal ſuo Re, ch’aiuto gli domanda
E ſé P andata ſua non e ben preſta
O morto o in man de gli nimici reſta.
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Poi ſeguita ch’eſſendo a tal partito
E ch’a lui per aiuto ſi volgea,
Vedette ella che’l biaſmo era inſinito
S’a quel punto negar gli lo volea,
E ch’etto a lei douendo eſſer marito
Guardarſi da ogni macchia ſi douea,
Che non ſi conuenia con lei, che tutta
Era (incera, alcuna coſa brutta.
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E ſé mai per adietro vn nome chiaro
Ben’ oprando cerco di guadagnarli,
E guadagnato poi: ſé hauuto caro:
Se cercato l’hauea di conſeruarſi,
Hor lo cercaua, e n’era fatto auaro,
Poi che douea con lei participarſi,
I.aqual ſua moglie, e totalméte in dui
Corpi eſſer douea vn’ anima con lui.
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E ſi come giá a bocca le hauea detto
Le ridicea per queſta charta anchora,
Finito il tempo in che per fede aſtretto
Era al ſuo Re, quado non prima muora,
Che ſi fará Chriſtian coſi d’effetto
Come di buon voler ſtato era ogni hora,
E ch’al padre e a Rialdo, e a glialtri ſuoi
Per moglie domandar la fará poi.
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Voglio (le foggiúgea) quado vi piaccia
L’affedio al mio Signor leuar d’intorno:
Accio che l’ignorante vulgo taccia
Uqual direbbe a mia vergogna e ſcorno,
Ruggier métre Agramate hebbe bonaccia
Mai nò Pabadono notte ne giorno,
Hor che Fortuna per Carlo ſi piega
Egli col vincitor P inſegna ſpiega.