Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/358

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 [75]
Ella dal di che Ferrau li preſe
     Gliha ognor tenuti in loco oſcuro e fello
     Fin che’l brutto contratto e diſcortefe
     N’ha fatto co coſtui di ch’io fauello,
     Gli de mandar domane al Maganzeſe
     Ne i confin tra Baiona e vn ſuo cartello.
     Verrá in perſona egli a pagar la mancia
     Ch 9pra il miglior ſangue ch ſia í Fracia

 [76]
Rinaldo noſtro n’ho auiſato hor hora:
     Et ho cacciato il meſſo di galoppo,
     Ma no mi par ch’arriuar pofTa ad hora
     Che non ſia tarda, che’l camino e troppo,
     Io non ho meco gente da vſcir ſuora,
     L’animo e pròto, ma il potere e zoppo:
     Se gli ha quel traditor li fa morire
     Si che non ſo che far non ſo che dire.

 [77]
La dura nuoua a Ricciardetto ſpiace
     E perche ſpiace a lui, ſpiace a Ruggiero,
     Che poi ch queſto e quel vede che tace
     Ne tra profitto alcun del ſuo penſiero,
     Diſſe con grande ardir, dateui pace
     Sopra me queſt’imprefa tutta chero,
     E queſta mia varrá per mille ſpade
     A riporui i ſratelli in libertade.

 [78]
Io non voglio altra gente altri ſuſſidi
     Ch’ io credo baſtar ſolo a queſto fatto:
     lo vi domando ſolo vn che mi guidi
     Al luogo, oue ſi dee fare il baratto,
     Io vi faro ſin qui ſentire i gridi
     Di chi fará preſente al rio contratto,
     Coſi dicea, ne dicea coſa nuoua
     All’lí de dui ch n’hauea viſto pruoua.

 [79]
L’altro non l’aſcoltaua, ſé non quanto
     S’aſcolti vn ch’assai parli, e ſappia poco,
     Ma Ricciardetto gli narro da canto
     Come ſu per coſtui tratto del fuoco,
     E ch’era certo che maggior del vanto
     Faria veder l’effetto a tempo e a loco,
     Gli diede allhor’ vdienza piú che prima
     E ritienilo, e ſé di lui gran ſtima.

 [80]
Et alla menſa, oue la Copia ſuſe
     Il corno, V honoro come ſuo dono,
     Quiui fenz’ altro aiuto ſi concluſe
     Che liberare i duo ſratelli ponno:
     In tanto foprauenne e gliocchi chiuſe
     A i Signori e a i ſergenti il pigro ſonno
     Fuor ch’a Ruggier, che p tenerlo deſto
     Gli púge il cor ſemp un penſier moleſto.

 [81]
l’aſſedio d’ Agramante e’ hauea il giorno
     Vdito dal corrier, gli ſta nel core,
     Ben vede ch’ogni minimo ſoggiorno
     Che faccia d’aiutarlo, e ſuo diſnore,
     Quata gli fará Ifamia: quanto ſcorno
     Se co i nemici va del ſuo Signore,
     O come a gran viltade a gran delitto
     Battezandofi alhor gli fará aſſeritto.

 [82]
Potria in ognaltro tempo eſſer creduto
     Che vera religion l’haueſſe moſſo:
     Ma hora che biſogna col ſuo aiuto
     Agramante d’ aſſedio eſſer riſcoſſo,
     Piú toſto da ciaſcun fará tenuto
     Che timore e viltá l’habbia percoſſo:
     Ch’ alcuna opinion di miglior fede
     yueſto il cor di Ruggier ſtimula e ſiede