Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/375

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 [112]
Coſi mentre Ruggiero e Mandricardo
     E Rodomonte ſon tutti ſozopra:
     Ch’ognu vuol dimoſtrarfi piú gagliardo
     Et a i compagni rimaner di fopra:
     Marphiſa, ad acchetarli haue riguardo
     E s’affatica, e perde il tempo e l’opra,
     Che come ne ſpicca vno e lo ritira
     Glialtri duo rifalir vede con ira.

 [113]
Marphiſa che volea porgli d’accordo
     Dicea, Signori vdite il mio conſiglio,
     Diſſerire ogni lite e buon riccordo
     Fin ch’Agramante ſia ſuor di periglio,
     S’ ognu vuole al ſuo fatto eſſere ingordo
     Anch’io con Mandricardo mi ripiglio,
     E vo vedere al ſin ſé guadagnarme
     Coe egli ha detto, e buo p ſorza d’arme.

 [114]
Ma ſé ſi de ſoccorrere Agramante
     Soccorraſi, e tra noi non ſi contenda,
     Per me non ſi ſtara d’andare inante
     Diſſe Ruggier, pur che’l deſtrier ſi réda
     O che mi dia il cauallo, a far di tante
     Vna parola, o che da me il difenda,
     O che qui morto ho da reſtare, o ch’io
     In capo ho da tornar fu’l deſtrier mio.

 [115]
Riſpoſe Rodomonte, ottener queſto
     Non ſia coſi come quell’altro lieue:
     E ſeguito dicendo io ti proteſto
     Che s’ alcun danno il noſtio Re riceue,
     Fia per tua colpa, ch’io per me non reſto
     Di fare a tempo quel che far ſi deue,
     Ruggiero a quel proteſto poco bada
     Ma ſtretto dal furor ſtringe la ſpada.

 [116]
Al Re d’Algier come Cingial ſi ſcaglia
     E l’urta co lo ſcudo e con la ſpalla:
     E in modo lo diſordina e ſbarraglia
     Che fa che d’una ſtaffa il pie gli falla,
     Mandricardo gli grida, o la battaglia
     Differiſci Ruggiero, o meco falla
     E crudele e fellon piú che mai foſſe
     Ruggier ſu l’elmo i queſto dir percoſſe.

 [117]
Fin ſui collo al deſtrier Ruggier s’inchina
     Ne quando vuolſi rileuar ſi puote,
     Perche gli fopragiunge la mina
     Del figlio d’Vlien che lo percuote.
     Se non era di tempra adamantina
     Feſſo l’elmo gli hauria ſin tra le gote,
     Apre Ruggier le mani per l’ambaſcia
     E l’una il ſren l’altra la ſpada laſcia.

 [118]
Se lo porta il deſtrier per la campagna
     Dietro gli reſta in terra Baliſarda,
     Marphiſa che quel di fatta compagna
     Se gliera d’arme, par ch’auampi iS: arda.
     Che ſolo ſra que duo coſi rimagna:
     E come era magnanima e gagliarda
     Si driza a Mandricardo, e col potere
     C’hauea maggior, fopra la teſta il ſiere.

 [119]
Rodomòte a Ruggier dietro ſi ſpinge
     Vinto e Frotta s’ un’ altra gli n’appicca
     Ma Ricciardetto con Viuian ſi ſtringe
     E tra Ruggiero e’l Saracin ſi ſicca,
     L’uno vrta Rodomonte e lo riſpinge
     E da Ruggier per ſorza lo diſpicca:
     L’altro la ſpada ſu a: che ſu Viuiano,
     Pone a Ruggier giá rifentito: in mano.