Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/390

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 [94]
Su’l collo inanzi del deſtrier, ſi pone
     Brunel, che tuttauia tien per le chiome,
     Piange il miſero e grida, e le perſone
     In che ſperar ſolia, chiama per nome,
     Reſta Agramante in tal confuiíone
     Di queſti intrichi che non vede come
     Poterli ſciorre, e gli par via piú greue
     Che Marphiſa Brunel coſi gli leue.

 [95]
No che l’apprezzi, o che gli porti amore
     Anzi piú giorni ſon che l’odia molto:
     E ſpeffo ha d’ impiccarlo hauuto in core
     Dopo che gli era ſtato l’annel tolto:
     Ma qſto atto gli par cótra il ſuo honore
     Si che n’auampa di vergogna in volto:
     Vuole in perſona egli feguirla in fretta:
     E a tutto ſuo poter farne vendetta.

 [96]
Ma il Re Sobrino ilquale era preſente
     Da queſta impreſa molto il diſſuade:
     Dicendogli, che mal conueniente
     Era all’altezza di ſua maeſtade:
     Se ben haueſſe d’efferne vincente
     Ferma ſperanza, e certa ſicurtade:
     Piú c’honor gli ſia biaſmo, che ſi dica
     C habbia vinta vna femina a fatica.

 [97]
Poco l’honore, e molto era il periglio
     D’ogni battaglia che con lei pigliaſſe,
     E che gli daua per miglior conſiglio
     Ch Bruello alle ſorche hauer laſciaffe:
     E ſé credeſſe, ch’uno alzar di ciglio
     A torlo dal capeſtro gli baſtaffe:
     Non douea alzarlo, per non contradire
     Che s’ habbia la giuſtitia ad eſequire.

 [98]
Potrai Madare vn che Marphiſa prieghi
     (Dicea) ch’in queſto giudice ti faccia:
     Co promiſſion, ch’ai ladroncel ſi leghi
     Il laccio al collo, e a lei ſi ſodisſaccia,
     E quado ancho oſtinata te lo nieghi
     Se l’habbia, e il ſuo deſir tutto còpiaccia:
     Pur che da tua amicitia non ſi ſpicchi
     Brunello e glialtri ladri tutti impicchi.

 [99]
Il Re Agramante volentier s’ attenne
     Al parer di Sobrin diſcreto e faggio:
     E Marphiſa laſcio, che non le venne
     Ne pati ch’altri andaſſe a far le oltraggio
     Ne di farla pregare ancho ſoſtenne
     E tolero: Dio fa con che coraggio,
     Per poter acchetar liti maggiori
     E del ſuo campo tor tanti romori.

 [100]
Di ciò ſi ride la Diſcordia pazza
     Che pace o triegua homai piú teme poco
     Scorre di qua e di la tutta la piazza:
     Ne può trouar per allegrezza loco,
     La Superbia con lei ſalta e gauazza:
     E legne & eſca va aggiungèdo al fuoco,
     E grida ſi, che ſin nel’alto regno
     Manda a Michel de la vittoria ſegno.

 [101]
Tremo Parigi e turbidoſſi Senna,
     All’alta voce a qllo horribil grido:
     Rimbóbo il ſuon fin’ alla ſelua Ardenna
     Si che laſciar tutte le ſiere il nido,
     Vdiron l’Alpi, e il monte di Gebenna
     Di Blaia e d’Arli, e di Roano il lido,
     Rodano e Sona: vdi Garona e il Rheno,
     Si ſtrinfero le madri i ſigli al ſeno.