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Indi roppe il ſilentio, e con ſembianti
Piú dolci vn poco, e viſo men turbato
Domado all’hoſte e a glialtri circóſtanti
Se d’ eſſi alcuno hauea mogliere a lato
Che l’hoſte, e che queglialtri tutti quati
L’haueano, per riſpoſta gli ſu dato,
Domanda lor quel che ciaſcun ſi crede
De la ſua donna nel feruargli fede,
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Eccetto l’hoſte, ſer tutti riſpoſta
Che ſi credeao hauerle e carte e buone:
Diſſe l’hoſte ognu pur creda a ſua porta,
Ch’io ſo c’hauete falſa opinione,
11 voſtro ſciocco credere vi corta
Ch’ io ſtimi ognun di voi ſenza ragione:
E coli far queſto Signor deue ancho
Se non vi vuol moſtrar nero per bianco.
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Perche ſi come e ſola la Phenice
Ne mai piú d’ una in tutto il mondo viue:
Coſi ne mai piú d’uno eſſer ſi dice
Che de la moglie i tradimenti ſchiue,
Ognun ſi crede d’ eſſer quel felice
D’effer quel ſol, ch’a qſta palma arriue:
Come e poſſibil che v’arriui ognuno,
Se non ne può nel modo eſſer piú d’ uno ?
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Io ſui giá nel’error che ſiate voi
Che donna carta ancho piú d’una fufTe:
Vn gentilhomo di Vinegia poi
Che qui mia buona ſorte giá conduſſe.
Seppe far ſi, con veri eſempi ſuoi
Che ſuor del’ignoranza mi riduſſe,
Gian Franceſco Valerio era nomato
Che’l nome ſuo non mi s’ e mai feordato.
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Le ſraudi che le mogli e che l’amiche
Sogliano vſar, ſapea tutte per conto,
E fopra ciò moderne hiſtorie e antiche
E proprie eſperienze hauea ſi in pronto:
Che mi moſtro, che mai donne pudiche
Non ſi trouaro, o pouere o di conto,
E s’ una caſta piú de l’altra parfe
Venia, perche piú accorta era a celarfe.
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E ſra l’altre, che tante me ne diſſe
Che non ne porto il terzo ricordarmi,
Si nel capo vna hiſtoria mi ſi ſcriffe
Che non ſi ſcriffe mai piú ſaldo in marmi,
E ben parria a ciaſcuno che l’udiffe
Di qſte rie, quel, ch’a me parue e parmi,
E ſé Signor a voi non ſpiace vdire
A lor confufion ve la vo dire,
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Riſpoſe il Saracin che puoi tu farmi
Che piú al preſente mi diletti e piaccia?
Che dirmi hiſtoria, e qualche esèpio darmi
Che co l’opinion mia ſi cófaccia:
Perch io porta vdir meglio, e tu narrarmi
Siedemi incontra, ch’io ti vegga i faccia,
Ma nel canto che ſegue io v’ ho da dire
Quel che ſé l’hoſte a Rodomonte vdire.