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E che la porti per ſuo amore al collo
Lo prega, ſiche ogn’hor gli ne ſouenga,
Piacqj il dono al marito, & accettollo
Non perche dar ricordo gli conuenga:
Che ne tempo ne abſentia mai dar crollo
Ne buona o ria fortuna che gli auenga
Potrá a quella memoria ſalda e ſorte
C ha di lei ſemp e haura dopo la morte.
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La notte ch’andò inanzi a quella Aurora
Che ſu il termine eſtremo alla partenza,
Al ſuo Iocondo par ch’in braccio muora
La moglie, che n’ ha toſto da ſtar ſenza,
Mai nò ſi dorme, e inázi al giorno ú hora
Viene il marito all’ultima licenza,
Monto a cauallo e ſi parti in effetto
E la moglier ſi ricorco nel letto.
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Iocondo anchor duo miglia ito non era
Che gli venne la croce raccordata,
C hauea ſotto il guancial meſſo la ſera,
Poi per obliuion l’hauea laſciata,
Laſſo (dicea tra ſé) di che maniera
Trouero ſcuſa che mi ſia accettata?
Che mia moglie non creda che gradito
Poco da me ſia l’amor luo infinito?
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Penſa la ſcuſa, e poi gli cade in mente
Che non fará accettabile ne buona
Mandi famigli mandiui altra gente
S’ egli medeſmo non vi va in perſona,
Si ferma, e al ſratel dice, hor pianamente
Fin’ a Baccano al primo albergo ſprona,
Che dentro a Roma e ſorza ch’io riuada
E credo ancho di giugnerti per ſtrada.
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Non potria fare altri il biſogno mio
Ne dubitar ch’io faro toſto teco:
Volto il ronzin di trotto, e diſſe a dio
Ne de famigli ſuoi volſe alcun ſeco,
Giá cominciaua quando paſſo il rio
Dinanzi al Sole a ſuggir l’aer cieco,
Smonta in caſa, va al letto, e la conſorte
Quiui ritroua addormentata ſorte.
[21]
La cortina leuo ſenza far motto
E vide quel che men veder credea,
Che la ſu a caſta e fedel moglie, ſotto
La coltre i braccio a vn giouene giacea,
Riconobbe l’adultero dibotto
Per la pratica lunga che n’ hauea,
Ch’ era de la famiglia ſua vn garzone
Alleuato da lui d’humil natione.
[22]
S’ attonito reſtaffe e mal contento
Meglio e penſarlo, e farne fede altrui
Ch’efferne mai per far l’eſperimento
Che con ſuo gran dolor ne ſé coſtui,
Da lo ſdegno aſſalito hebbe talento
Di trar la ſpada, e vccidergli ambedui,
Ma da l’amor che porta al ſuo diſpetto
All’ingrata moglier, gli ſu interdetto,
[23]
Ne lo laſcio queſto ribaldo Amore
(Vedi ſé ſi l’hauea fatto vaſallo)
Deſtarla pur, per non le dar dolore
Che foſſe da lui colta in ſi gran fallo,
Quanto potè piú tacito vſci ſuore
Sceſe le ſcale, e rimonto a cauallo,
E punto egli d’Amor coſi lo punſe
Ch’ali’ albergo non ſu che’l ſratel giuſe.