Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/407

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 [88]
Anzi nel capo, o ſia nel cor gli ſiede:
     E di ſuor caccia ogni conſorto e ferra,
     Di ripararli il miſero non vede
     Da poi che gli nimici ha ne la terra,
     Non fa da chi ſperar poſſa mercede
     Se gli fanno i domeſtici ſuoi guerra:
     La notte, e’l giorno, e femp, e cObattuto
     Da quel crudel che douria dargli aiuto.

 [89]
Nauiga il giorno e la notte ſeguente
     Rodomonte col cor d’affanni graue:
     E non ſi può l’ingiuria tor di mente
     Ch da la dona e dal ſuo Re hauuto haue:
     E la pena e il dolor medeſmo ſente
     Che fendila a cauallo achora in naue:
     Ne ſpegner può per ſtar ne l’acqua il fuoco
     Ne può ſtato mutar per mutar loco.

 [90]
Come l’infermo che dirotto e ſtanco
     Di febbre ardente, va cangiando lato,
     O ſia ſu l’uno o ſia ſu l’altro ſianco
     Spera hauer, ſé ſi volge, miglior ſtato,
     Ne fu’l deſtro ripoſa, ne fu’l manco:
     E per tutto vgualmente e trauagliato:
     Coſi il Pagano al male ond’era inſermo
     Mal troua in terra e male í aqua ſchermo

 [91]
Non puote in naue hauer piú patienza
     E ſi fa porre in terra Rodomonte
     Lion paſſa e Vienna, indi Valenza,
     E vede in Auignone il ricco ponte,
     Che queſte terre & altre vbidienza,
     Che ſon tra il fiume e’l Celtibero monte:
     Rédea al re Agramate, e al re di Spagna
     Dal di che fur Signor de la campagna.

 [92]
Verſo Acquamorta a man dritta ſi tenne
     Con animo in Algier paſſare in fretta:
     E fopra vn fiume ad vna villa venne
     E da Baccho e da Cerere diletta,
     Che per le ſpeſſe ingiurie che ſoſtenne
     Da i ſoldati a votarli ſu conſtretta,
     Quinci il gra mare, e quidi ne l’apriche
     Valli, vede ondeggiar le bionde ſpiche.

 [93]
Quiui ritroua vna piccola chieſa
     Di nuouo fopra vn monticel murata,
     Che poi ch’intorno era la guerra acceſa
     I ſacerdoti vota hauean laſciata:
     Ter ſtanza ſu da Rodomonte preſa
     Che pel ſito, e perch’era fequeſtrata
     Da i capi, onde hauea í odiovdir nouella
     Gli piacque ſi, che muto Algieri in qlla.

 [94]
Muto d’andare in Africa penderò
     si commodo gli parne il luogo e bello,
     Famigli e carriaggi e il ſuo deſtriero
     Seco alloggiar ſé nel medeſmo hoſtello,
     Vicino a poche leghe a Mompoliero
     E ad alcun’ altro ricco e buon cartello
     Siede il villagio, allato alla riuiera,
     Si che d’hauerui ogn’agio il modo v’era.

 [95]
Standoui vn giorno il Saracin penſoſo
     (Come pur era il piú del tempo vſato)
     Vide venir per mezo vn prato herboſo
     Che d’ un piccol ſentiero era ſegnato,
     Vna donzella di viſo amoroſo,
     In compagnia d’un monacho barbata
     E ſi traheano dietro vn gran deſtriero
     Sotto vna ſoma coperta di nero.