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Ne ceſſan raccordargli il graue danno
Che n’ha d’hauere il Popul Saracino,
Muora Ruggiero, o il Tartaro tyranno
Quel che prefitto e dal ſuo ſier deſtino,
D’ un ſol di lor via piú biſogno haurano
Per contraſtare al figlio di Pipino:
Che di dieci altri mila che ci ſono
Tra quai fatica e ritrouare vn buono.
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Conoſce il Re Agramate che glie vero
Ma no può piú negar ciò e’ ha promeſſo,
Bè pga Madricardo, e il buon Ruggiero
Che gli ridonin quel e’ ha lor conceſſo,
E tanto piú, che’l lor litigio e vn Zero
Ne degno in proua d’arme eſſer rimeſſo,
E s’ in ciò pur no’l vogliono vbbidire
Voglino almen la pugna differire.
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Cinque o fei raefi il ſingular certame
O meno o piú ſi differiſca, tanto
Che cacciato habbin Carlo del Reame
Tolto lo ſcettro la corona e il manto,
Ma l’u e l’altro: achor ch voglia e brame
Il Re vbbidir, pur ſta duro da canto,
Che tale accordo obbrobriofo ſtima
A ch’il conſenſo ſuo vi dará prima.
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Ma piú de’l Re, ma piú d’ ognu ch’in váo
Spenda a placare il Tartaro parole,
La bella ſiglia del Re Stordilano
Supplice il priega, e ſi lamenta e duole
Lo prega che conſenta al Re Africano
E voglia quel che tutto il campo vuole:
Si lamenta e ſi duol, che per lui ſia
Timida ſempre, e piena d’angonia.
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Laſſa (dicea) che ritrouar pofs’ io
Rimedio mai ch’a ripoſar mi vaglia?
S’ hor còtra queſto hor quel, nuouo diſio
Vi trarrá ſemp a veſtir piaſtra e maglia?
dia potuto giouare al petto mio
Il gaudio, che ſia ſpenta la battaglia
Per me da voi contra quell’altro preſa
Se vn’ altra non minor ſé n’e giá acceſa.
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Ohimè ch’in vano i me n’ andaua altiera
Ch’ un Re ſi degno vn cauallier ſi ſorte,
Per me voleſſe in periglioſa e ſiera
Battaglia, porſi al riſchó de la morte,
C hor veggo per cagion tanto leggiera
Non meno eſporui alla medeſma ſorte,
Fu naturai ferocitá di core
Ch’a qlla v’ inſtigo piú che’l mio amore.
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Ma ſé glie ver che’l voſtro amor ſia qllo
Che vi sforzate di moſtrarmi ogn’ hora
Per lui vi prego, e per quel gra ſlagello
Che mi percuote l’alma: e che m’accora:
Che non vi caglia fe’l candido augello
Ha ne lo ſcudo quel Ruggiero anchora
Vtile o danno a voi non ſo ch’importi
Che laſci quella inſegna, o che la porti.
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Poco guadagno e perdita vſcir molta
De la battaglia può, che per far ſete,
Quado habbiate a Ruggier l’Aqla tolta
Poca merce d’ un gra trauaglio haurete:
Ma ſé Fortuna le ſpalle vi volta
(Che non perho nel crin preſa tenete,)
Caufate vn danno, ch’a penſarui ſolo
Mi ſento il petto giá ſparrar di duolo.