Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/421

Da Wikisource.


[20]
Ruggier nò vuol ch’in altra pugnavada
     Con lo ſuo ſcudo, ne Gradaſſo vuole
     Che ſuor che contra ſé porti la ſpada
     Che’l glorioſo Orlando portar ſuole,
     Al ſin veggiamo in cui la ſorte cada
     (Diſſe Agramante) e non ſian piú parole
     Veggian ql che Fortuna ne diſponga
     E ſia prepoſto quel ch’ella preponga.

[21]
E ſé compiacer meglio mi volete
     Onde d’hauer ve n’habbia obligo ogn’ bora
     Chi de di voi combatter ſortirete:
     Ma con patto, ch’ai primo ch’efea ſuora
     Amendue le querele in man porrete:
     Si che per ſé vincendo, vinca anchora
     Pel cópagno, e perdendo l’un di vui
     Coſi perduto habbia per ambidui,

[22]
Tra Gradaſſo e Ruggier credo che ſia
     Di valor nulla, o poca differenza:
     E di lor qual ſi vuol vèga ſuor pria
     So ch’in arme fará per eccellenza,
     Poi la vittoria da quel canto ſtia
     Che vorrá la diuina prouidenza,
     Il cauallier non haura colpa alcuna
     Ma il tutto imputeraffi alla Fortuna.

[23]
Steron taciti al detto d’ Agramante
E Ruggiero e Gradaſſo, & accordarſi
Che qualunque di loro vſcira inante
E l’una briga e l’altra habbia a pigliarſi,
Coſi in duo breui e’ hauean ſimigliante
Et vgual ſorma, i nomi lor notarſi,
E dentro vn’ urna qlli hanno rinchiuſi
Verſati molto, e ſozopra confuſi.

[24]
Vn ſemplice fanciul nell’urna meſſe
La mano, e preſe vn breue, e vene a caſo
Ch’in qſto il nome di Ruggier ſi leſſe:
Eſſendo quel del Serican rimaſo,
Non ſi può dir quata allegrezza haueffe
Quando Ruggier ſi ſenti trar del vaſo,
E d’altra parte il Sericano doglia:
Ma ql ch mada il ciel ſorza e che toglia.

[25]
Ogni ſuo ſtudio il Sericano ogni opra
A fauorire ad aiutar conuerte
PerchRuggiero habbia a reſtar difopra
E le coſe in ſuo prò e’ hauea giá eſperte,
Còe hor di ſpada, hor di ſcudo ſi cuopra
Qual ſien botte fallaci, e qual ſien certe:
Quado tentar, quando ſchiuar Fortuna
Si dee, gli torna a mente ad vna ad vna.

[26]
11 reſto di quel di che da V accordo
     E dal trar de le ſorti foprauanza
     E ſpefo da gli amici in dar ricordo
     Chi al’guerrier chi all’altro eoe evfaza
     Il popul di veder la pugna ingordo
     S’ affreta a gara d’ occupar la danza:
     Ne baſta a molti inanzi giorno andarui
     Ch voglion tutta notte ancho veggiarui.

[27]
La ſciocca turba diſioſa attende
     Ch’ i duo buO cauallier végano í proua:
     Che non mira piú lungi, ne compréde
     Di quel ch’inanzi a gliocchi ſi ritroua,
     Ma Sobrino e Marſilio, e chi piú intede:
     E vede ciò che nuoce, e ciò che gioua:
     Biaſma queſta battaglia, & Agramante
     Che voglia comportar che vada inante.