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Taglionne quato ella ne preſe, e inſieme
Laſcio ferito il Tartaro nel ſianco
Che’l ciel beſtèmia, e di tant’ ira ſreme
Che’l tempeſtofo mare e horribil maco,
Hor s’apparecchia apor le ſorze eſtreme
Lo ſcudo oue in azurro e l’Augel biáco
Vinto da ſdegno ſi gitto lontano
E meſſe al brando e Puna e l’altra mano.
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Ah (diſſe a lui Ruggier) ſenza piú baſti
A moſtrar che non merti qlla inſegna,
C’hor tu la getti, e dianzi la tagliaſti:
Ne potrai dir mai piú che ti conuegna,
Coſi dicendo ſorza e che gli attaſti
Con quanta ſuria Durindana vegna
Che ſi gli graua, e ſi gli peſa in ſronte
Che piú leggier potea caderui vn mote.
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E per mezo gli fende la viſiera,
Buon per lui che dal viſo ſi difeoſta,
Poi calo ſu P arcion che ferrato era
Ne lo difeſe hauerne doppia croſta,
Giunſe al ſin ſu l’arnefe, e come cera
l’aperſe con la ſalda foprapoſta:
E feri grauemente ne la coſcia
Ruggier, ſi ch’assai ſtette a guarir poſcia
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De l’un come de l’altro fatte roſſe
Il ſangue l’arme hauea con doppia riga,
Tal che diuerſo era il parer chi foſſe
Di lor e’ haueſſe il meglio in qlla briga:
Ma ql dubbio Ruggier toſto rimoſſe
Con la ſpada che tanti ne caſtiga
Mena di punta, e drizza il colpo crudo
Onde gittato hauea colui lo ſcudo.
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Fora de la corazza il lato manco
E di venire al cor troua la ſtrada:
Ch gli entra piú d’ un palmo fopra il fiáco
Si che conuien che Mandricardo cada
D’ogni ragion che può ne P augel biaco
O che può hauer nela famoſa ſpada:
E da la cara vita cada inſieme:
Che piú che ſpada e ſcudo assai gli pme.
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Non mori ql meſchin ſenza vendetta
Ch’a quel medeſmo tépo che ſu colto:
La ſpada poco ſua, meno di fretta
Et a Ruggier hauria partito il volto,
Se giá Ruggier no gli haueſſe intercetta
Prima la ſorza, e assai del vigor tolto,
Di ſorza e di vigor troppo gli tolſe
Diazi ch ſotto il deſtro braccio il colſe.
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Da Mandricardo ſu Ruggier percoſſo
Nel punto ch’egli a lui tolſe la vita:
Tal ch’u cerchio di ferro ácho ch graſſo
E vna cuffia d’acciar ne ſu partita,
Durindana taglio cotenna & oſſo
E nel capo a Ruggiero entro dua dita:
Ruggier ſtordito in terra ſi riuerſa
E di ſangue vn ruſcel dal capo verſa.
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Il primo ſu Ruggier ch’andò per terra
E di poi ſtette l’altro a cader tanto
Che quaſi crede ognun che de la guerra
Riporti Mandricardo il pregio e il váto,
E Doralice ſua che con glialtri erra
E che quel di piú volte ha riſo e pianto,
Dio ringratio con mani al ciel fupine
Ch’ aueſſe hauuta la pugna tal ſine.