Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/432

Da Wikisource.

 
 [12]
Vuol Ricciardo, Viuiano, e Malagigi,
     E l’un prima de l’altro eſſere in gioſtra,
     Ma Rinaldo pon ſine a i lor litigi
     Ch’ inanzi a tutti armato ſi dimoſtra:
     Dicendo loro e tempo ire a Parigi
     E faria troppo la tardanza noſtra
     S’io voleſſe aſpettar ſin che ciaſcuno
     Di voi, foſſe abbattuto ad vno ad vno.

 [13]
Diſſel tra ſé, ma non che foſſe inteſo
     Che faria ſtato a glialtri Igiuria e ſcorno
     l’uo e l’altro del campo hauea giá preſo
     E ſi faceano incontra aſpro ritorno:
     Non ſu Rinaldo per terra diſtefo
     Che valea tutti glialtri e’ hauea intorno:
     Le lance ſi fiaccar come di vetro:
     Ne i cauallier ſi piegar oncia a dietro.

 [14]
L’uno e l’altro cauallo in guiſa vrtoſſe
     Che gli ſu ſorza in terra a por le groppe,
     Baiardo immantinente ridrizzoſſe
     Tanto ch’a pena il correre interroppe,
     Siniſtramente ſi l’altro percoſſe
     Che la ſpalla e la ſchena inſieme roppe:
     Il cauallier che’l deſtrier morto vede
     Laſcia le ſtaffe, & e ſubito in piede.

 [15]
Et al figlio d’Amon, che giá riuolto
     Tornaua a lui con la man vota, diſſe
     Signore il buon deſtrier ch tu m’hai tolto
     Perche caro mi ſu mentre che viſſe,
     Mi faria vſcir del mio debito molto
     Se coli inuendicato ſi moriſſe,
     Si che vientene e fa ciò che tu puoi
     Perche battaglia eſſer conuien tra noi.

 [16]
Diſſe Rinaldo a lui, fe’l deſtrier morto
     E non altro ci de porre a battaglia,
     Vn de miei ti darò, piglia conſorto
     Che men de’l tuo no crederò chevaglia:
     Colui ſoggiunſe, tu fei mal’accorto
     Se creder vuoi ch d’u deſtrier mi caglia,
     Ma poi che nò cOprendi ciò ch’io voglio
     Ti ſpieghero piú chiaramente il ſoglio.

 [17]
Vo dir che mi parria cómetter fallo
     Se con la ſpada non ti prouaſſi ancho,
     E non ſapeſſi s’ in queſt’ altro ballo
     Tu mi ſia pari, o ſé piú vali o manco:
     Come ti piace, o ſcendi, o ſta a cauallo,
     Pur che le man tu non ti tegna al ſianco:
     Io ſon contento ogni vantaggio darti
     Tanto alla ſpada bramo di prouarti.

 [18]
Rinaldo molto non lo tenne in lunga
     E diſſe la battaglia ti prometto:
     E perche tu ſia ardito, e non ti punga
     Di queſti e’ ho d’intorno alcun ſoſpetto:
     Andranno inazi ſin ch’io gli raggiunga
     Ne meco reſtera ſuor ch’un valletto:
     Che mi tenga il cauallo, e coſi diſſe
     Alla ſua compagnia che ſé ne giſſe.

 [19]
La corteſia del Paladin gagliardo
     Commendo molto il caualliero eſtrano:
     Smonto Rinaldo, e del deſtrier Baiardo
     Diede al valletto le redine in mano,
     E poi che piú non vede il ſuo ſtendardo
     (Ilqual di lungo ſpatio e giá lontano)
     Lo ſcudo ibraccia, e ſtringe il brado fiero
     E sfida alla battaglia il caualliero.