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E fu’l lito del mar s’era condutto
Oue douea la pugna diffinire:
Ma Malagigi a turbar venne il tutto
Che ſé il cugin (mal grado ſuo) partire,
Hauendol fopra vn legno in mar ridutto
Lungo faria tutta l’hiſtoria dire:
Da indi in qua ſtimo timido e vile
Sempre Gradano il Paladin gentile.
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Hor che Gradaſſo eſſer Rinaldo intende
Coſtui ch’aſſale il campo, ſé n’ allegra:
Si veſte l’arme, e la ſua Alfana prende
E cercando lo va per l’aria negra,
E quanti ne riſcontra a terra ſtende
Et inconſuſo laſcia afflitta & egra
La gente, o ſia di Lybia, o ſia di Francia
Tutti li mena a vn par la buona lancia,
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Lo va di qua, di la, tanto cercando
Chiamádo ſpeffo, e quato può piú ſorte:
E ſempre a quella parte declinando
Oue piú ſolte ſon le genti morte,
Ch’ai ſin s’incontra in lui brando p brado
Poi che le lancie loro ad vna ſorte
Eran falite in mille ſcheggie rotte
Sin’ al carro ſtellato de la notte.
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Quando Gradaſſo il Paladin gagliardo
Conoſce, e non perche ne vegga inſegna
Ma per gli horrendi colpi, e per Baiardo
Che par che ſol tutto quel campo tegna,
Non e (gridando) a improuerargli tardo
La proua che di ſé fece no degna:
Ch’ai dato campo il giorno non cóparfe
Che tra lor la battaglia douea farſe.
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Suggiunſe poi, tu ſorſè haueui ſpeme
Se poteui naſconderti quel punto:
Che no mai piú per raccozarci inſieme
Foſſimo al mòdo, hor vedi ch’io t’ho giúto,
Sie certo, ſé tu adaſſi ne l’eſtreme
Foſſe di ſtygie, o ſoſſi in cielo aſſunto
Ti ſeguiro, quado habbi il deſtrier teco
Ne l’alta luce, e giú nel mondo cieco.
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Se d’ hauer meco a far nò ti da il core
E vedi giá che non puoi ſtarmi a paro,
E piú (timi la vita che l’honore:
Senza periglio ci puoi far riparo,
Quando mi laſci in pace il corridore
E viuer puoi ſé ſi t’ e il viuer caro:
Ma viui a pie, che no merti cauallo
S’ alla caualleria fai ſi gran fallo.
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A quel parlar ſi ritrouo preſente
Con Ricciardetto il cauallier Seluaggio
E le ſpade ambi traſſero vgualmente
Per far parere il Serican mal faggio,
Ma Rinaldo s’ oppoſe immantinete
E nò pati che ſé gli feſſe oltraggio:
Dicendo ſenza voi dunque non ſono
A chi m’oltraggia per riſponder buono?
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Poi ſé ne ritorno verſo il Pagano
E diſſe, odi Gradaſſo, io voglio farte
Se tu m’aſcolti: manifeſto e piano
Ch’ io venni alla marina a ritrouarte,
E poi ti foſterro con l’arme in mano
Che t’ hauro detto il vero in ogni parte:
E ſempre che tu dica mentirai
Ch’alia caualleria mancate’ io mai.