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Coſi dicendo di morir diſpoſta
Salta del letto, e di rabbia inſiammata
Si pon la ſpada alla finiſtra coſta,
Ma ſi rauuede poi che tutta e armata,
Il miglior ſpirto in queſto le s’accoſta
E nel cor le ragiona, o donna nata
Di tant’ alto lignaggio, adunque vuoi
Finir con ſi gran biaſmo i giorni tuoi ?
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Non e meglio ch’al campo tu ne vada
Oue morir ſi può con laude ogn’hora?
Quiui s’ auuien ch’inazi a Ruggier cada
Del morir tuo ſi dorrá ſorſè anchora:
Ma s’a morir t’ auuien per la ſua ſpada
Chi fará mai che piú contenta muora?
Ragione e ben che di vita ti priui
Poi ch’e cagion ch’in tanta pena viui.
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Verrá ſorſè ancho che prima che muori
Farai vendetta di quella Marphiſa
Che t’ ha con ſraudi e dishoneſti amori
Da te Ruggiero alienando vcciſa,
Queſti penſieri parueno migliori
Alla donzella, e toſto vna diuiſa
Si ſé ſu l’arme, che volea inſerire
Diſperatione, e voglia di morire.
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Era la fopraueſte del colore
In che riman la ſoglia che s’ imbianca
Qn del ramo e tolta, o che l’humore
Che facea viuo l’arbore le manca:
Ricamata a tronconi era di ſuore
Di cypreſſo, che mai non ſi rinfranca
Poi e’ ha ſentita la dura bipenne:
l’habito al ſuo dolor molto conuenne.
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Tolſe il deſtrier ch’Aſtolfo hauer ſolea
E qlla lancia d’ or che ſol toccando
Cader di fella i cauallier facea:
Perche la le die Aſtolfo, e doue, e qn,
E da chi prima hauuta egli l’hauea,
NO credo che biſogni ir replicando
Ella la tolſe, non perho ſapendo
Che foſſe del valor ch’era ſtupendo.
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Senza feudiero e ſenza compagnia
Sceſe dal mote: e ſi poſe in camino
Verſo Parigi alla piú dritta via,
Oue era dianzi il campo Saracino,
Che la nouella anchora no s’ udia
Che l’haueſſe Rinaldo Paladino
Aiutandolo Carlo e Malagigi:
Fatto tor da l’affedio di Parigi.
[50]
Laſciati hauea i Cadurci, e la cittade
Di Chaorſe alle ſpalle, e tutto’l monte
Oue naſce Dordona, e le contrade
Scopriá di Monferrante e di Clarmonte,
Quando venir per le medeſme ſtrade
Vide vna Donna di benigna ſronte,
Ch’uno ſcudo all’arcióe hauea attaccato
E le venian tre cauallieri a lato.
[51]
Altre dOne e feudier veniuano ancho,
Qual dietro, e qual dinázi, i luga ſchiera
Domado ad vn che le paſſo da ſianco
La figliola d’Amon: chi la donna era,
E quel le diſſe, al Re del popul Franco
Queſta Donna mandata meſſaggiera
Fin di la dal polo Artico e venuta
Per lungo mar, da l’Iſola perduta.